(ANSA) - ROMA, 25 AGO - La demenza non è una semplice perdita di memoria e nei casi più gravi può portare al decesso.
Anzi, uccide quasi tre volte di più di quanto non emerga dalle cartelle cliniche. A fornire la stima, un nuovo studio pubblicato sulla rivista JAMA Neurology, che evidenzia anche le disparità legate a etnia, sesso e istruzione. La demenza è un deterioramento cognitivo legato all'età e generalmente irreversibile. La complicanza più temuta, nelle forme molto gravi, è la difficoltà a deglutire, con il conseguente ingresso di cibo o liquidi nelle vie aeree che può provocare una polmonite da ingestione. I ricercatori della Boston University hanno utilizzato i dati di una coorte rappresentativa di adulti anziani degli Stati Uniti composta da 7.342 persone che erano state trasferite nelle case di cura. Queste persone sono state seguite dal 2000 fino al 2009 e, nell'arco di questo tempo, lo studio ha stimato che il 13,6% dei decessi osservati fosse attribuibile alla demenza, 2,7 volte più del 5% dei certificati di morte che indicano la demenza come causa del decesso. La sottostima è maggiore tra le persone di colore e i latinoamericani ed è maggiore per gli uomini rispetto alle donne, così come per gli individui senza un'istruzione superiore. "Ci sono numerose sfide da affrontare per ottenere un conteggio accurato dei decessi, tra cui superare lo stigma nei confronti della demenza e la mancanza di test di routine per diagnosticare questa condizione", afferma l'autore principale dello studio, Andrew Stokes, assistente professore presso la Boston University School of Public Health.(ANSA).