(ANSA) - ROMA, 25 OTT - Nei primi due anni e mezzo di vita di
un bimbo si determina la composizione dei suoi batteri
intestinali, mentre i cambiamenti che avverranno dopo questo
punto in poi sono piuttosto limitati. A ribadire con nuove
evidenze scientifiche l'importanza dell'alimentazione nei
primissimi anni di vita è uno dei più grandi studi clinici sui
microbiomi nei bambini mai realizzato, pubblicato sulla rivista
Nature.
Fondamentale al punto da esser definito il secondo cervello,
il microbioma intestinale l'insieme dei miliardi di batteri che
popolano l'intestino e che svolge un ruolo in tantissime
funzioni dell'organismo, non solo quella digestiva. Per
analizzarlo a fondo, i ricercatori dell'Università di Newcastle,
nel Regno Unito, hanno utilizzato il sequenziamento genetico per
analizzare 12.500 campioni di feci raccolti mensilmente da 903
bambini di età compresa tra 3 e 46 mesi. La composizione e la
diversità del microbioma sono cambiate nel tempo in tre fasi
distinte: il primo sviluppo (3-14 mesi), la transizione (15-30
mesi) e la stabilizzazione (dai 31 mesi in poi). I maggiori
cambiamenti sono stati identificati nelle prime due fasi, mentre
dai due anni e mezzo in poi, la variazioni nel microbioma
risultavano molto piccole. La presenza del Bifidobacterium,
notoriamente benefico, era abbondante nei bimbi allattati con
latte materno e si è ridotto rapidamente dopo l'interruzione
dell'allattamento. Una volta svezzati, i bambini presentavano un
cambio nella comunità batterica molto più rapido dell'atteso: il
Bifidobacterium viene sostituito da batteri Firmicutes. "E'
probabile - spiegano i ricercatori - che questo rapido ricambio
sia in risposta alle nuove fonti alimentari. Sorprendentemente,
da questo punto in poi, il microbioma progredisce rapidamente
verso la stabilità, con una composizione che potrebbe rimanere
tale per il resto della vita di quell'individuo". (ANSA).