Il bimbo di 22 mesi morto a Firenze per meningite da meningococco C rappresenta il primo decesso a causa dell'infezione, nella Regione negli ultimi due anni, di un bambino che non era stato vaccinato. Un dato sottolineato dal presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi, e che sta ad indicare come la vaccinazione sia invece fondamentale dal momento che, nella rara ma pur sempre possibile eventualità di contagio, 'attenua' comunque la gravità della malattia prevenendone le conseguenze più gravi.
La vaccinazione, avverte Ricciardi, resta dunque l'arma fondamentale ed "in questo momento non vaccinare i bambini in Toscana contro la meningite è da irresponsabili". Ovviamente, ha spiegato il presidente dell'Iss, "è importante vaccinare i bambini su tutto il territorio nazionale, ma rifiutare la vaccinazione in Toscana, dove continuano ad essere presenti dei focolai, è proprio da irresponsabili". Infatti, "altri casi di infezione nei bambini nella regione, anche se pochi, si sono registrati, ma i piccoli erano stati vaccinati ed hanno dunque superato la malattia". Da qui l'invito ad effettuare urgentemente la vaccinazione contro il meningococco C: "Attualmente è stato vaccinato circa il 35% della popolazione toscana ma - ha chiarito Ricciardi - la copertura da raggiungere per essere sicuri dei benefici derivati dal cosiddetto 'effetto gregge', sarebbe almeno del 90%. Ad ogni modo, senza la campagna estensiva di vaccinazione già avviata i casi sarebbero stati sicuramente molti di più". Il punto, sottolinea anche Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell'Iss, è che "nessun vaccino protegge al 100%, anche se la protezione è altissima attestandosi oltre il 95%. Ma va detto che il vaccino contro il meningococco è sicuro e che vaccinandoci si ha, in caso di contagio, una evoluzione migliore della patologia, oltre ad un rallentamento generale della circolazione del batterio". Quanto alla durata della protezione vaccinale, la Toscana, ha rilevato Ricciardi, "ha introdotto il richiamo a 13 anni e questo sulla base di un principio di precauzione più che su evidenze scientifiche. In questo caso concordo con la decisione presa, ma al momento non c'è un'indicazione al richiamo contro la meningite a livello nazionale". L'Iss, ha ricordato, "sta appunto effettuando uno studio sulla durata della copertura da vaccino anti-meningite e solo sulla base dei risultati valuteremo eventuali nuove indicazioni. Al momento, l'unica evidenza viene infatti da uno studio statunitense che suggerisce l'utilità di un richiamo dopo 5-6 anni dalla prima vaccinazione". Il meningococco C resta la causa più frequente di meningite in Italia, mentre il ceppo B, ha ricordato Ricciardi, "è più raro ma più aggressivo. La strada da seguire, quindi, è vaccinare tutti i nuovi nati contro i ceppi B e C, mentre la meningite dovuta al batterio escherichia coli è una eccezione". Purtroppo, ha concluso il presidente Iss, "la copertura vaccinale contro la meningite, pur attestandosi attorno al 93% a livello nazionale, registra tuttavia tassi ben più bassi in varie regioni e tale situazione non permette di raggiungere un 'livello di sicurezza' omogeneo".