"In una fase storica complessa come questa, che vede giungere nei Paesi del sud Europa imponenti flussi di migranti che fuggono da guerre, carestie e da ogni tipo di violenza, siamo orgogliosi dei risultati di questo progetto che vede l'Italia capofila in un percorso di prima accoglienza attento ai bisogni di salute di queste persone, e che finalmente delinea corretti approcci clinici e protocolli operativi condivisi". Così Concetta Mirisola, direttore generale dell'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (Inmp), commenta i risultati del Progetto europeo Care sulla salute dei migranti, che ha portato alla consegna in Italia delle prime 342 tessere sanitarie elettroniche.
"La presa in carico della salute dei migranti, a cui con il nostro personale sanitario offriamo assistenza sanitaria, 7 giorni alla settimana, sia negli ambulatori specialistici di Roma che negli hotspot di Lampedusa e Trapani-Milo - sottolinea Mirisola - è una delle priorità dell'Istituto. Il nostro modello è centrato su un'assistenza sanitaria multidisciplinare, di carattere universalistico, perché la salute è un diritto di tutti, nessuno escluso, come conferma questo progetto". Il Progetto CARE, avviato nell'aprile 2016, nei suoi 12 mesi di durata si è sviluppato in varie attività: gestione della salute all'interno dei centri per migranti in Italia (hotspot di Lampedusa e Trapani-Milo) e in Grecia (Leros e Kos), con team multidisciplinari composti da dermatologi, infettivologi, pediatri, psicologi dell'età evolutiva e mediatori transculturali; sperimentazione di una scheda sanitaria elettronica portatile che racchiude i dati di salute della persona immigrata sin dall'arrivo nel continente europeo, volta ad assicurare la continuità assistenziale; la formazione specifica del personale; la sperimentazione di un protocollo per la determinazione dell'età anagrafica dei minori stranieri non accompagnati all'interno degli hotspot; la sperimentazione di una piattaforma per la sorveglianza delle malattie; l'intervento sulle popolazioni per sfatare falsi miti e pregiudizi sulla presenza di migranti.