(ANSA) - ROMA, 18 SET - Il surplus di emissioni dei veicoli
diesel, rispetto a quanto dichiarato dalle case
automobilistiche, ha causato in Italia 1.250 morti all'anno. A
quantificare le conseguenze del Dieselgate sono l'Istituto
meteorologico norvegese e l'istituto internazionale Iiasa, in
uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Research
Letters da cui emerge che il nostro Paese è il più colpito di
tutta l'Europa.
Stando agli esperti, sono 425mila le morti annue
riconducibili all'inquinamento dell'aria nei 28 Paesi
dell'Unione europea più Norvegia e Svizzera. Poco meno di 10mila
decessi sono attribuibili alle emissioni di ossidi di azoto dei
motori diesel e, di questi, 4.560 sono collegabili alle
emissioni in eccesso rispetto ai limiti dichiarati dai
produttori di veicoli.
In base allo studio, l'Italia è il Paese con il più alto
numero di morti premature riconducibili alle polveri sottili
generate dai veicoli diesel. Si tratta di 2.810 morti all'anno,
di cui 1.250 legate al surplus di emissioni rispetto a quanto
certificato dalle case automobilistiche nei test di laboratorio.
Seguono la Germania, con 960 decessi annui correlati agli ossidi
di azoto in eccesso, e la Francia con 680.
Dal lato opposto della classifica ci sono Norvegia, Finlandia e
Cipro.
Il triste primato della Penisola "riflette la situazione
molto negativa dell'inquinamento specialmente nel Nord Italia,
densamente popolato", spiega l'autore della ricerca, Jan Eiof
Jonson dell'Istituto norvegese di meteorologia.
Sempre secondo lo studio, se i veicoli diesel avessero avuto
emissioni basse come quelli a benzina, si sarebbero potuti
evitare i tre quarti dei decessi prematuri, pari a circa 7.500
all'anno in Europa e a 1.920 in Italia. (ANSA).