Da AIFA stanno arrivando le prime autorizzazioni come farmaci per i 'rimedi omeopatici', che fino ad oggi non hanno avuto lo status di medicinali. Sono oltre 3.000 i codici di Autorizzazione all'Immissione in Commercio richiesti. Una vera rivoluzione per le aziende omeopatiche, che hanno dovuto presentare una corposa documentazione e un elaborato dossier di registrazione ora al vaglio dell'Agenzia del Farmaco, mai presentato fino ad ora.
"Le aziende hanno dovuto sostenere onerosi investimenti per adeguarsi alle richieste di Aifa - spiega il Presidente di Omeoimprese Giovanni Gorga - e da gennaio 2019 tutti i medicinali omeopatici in commercio avranno ottenuto l'AIC, proprio come avviene per i farmaci allopatici. Vi sono, però, sostanziali differenze, che rischiano di mettere in ginocchio il settore".
Ma per le aziende "pensare di trattare l'omeopatia alla stessa stregua della medicina tradizionale implica un errore di valutazione. Le aziende omeopatiche, infatti, hanno dimensioni inferiori rispetto alle aziende farmaceutiche e non possono permettersi di affrontare gli stessi costi di registrazione".
"Il decreto Tariffe del Ministro Lorenzin dello scorso febbraio 2016 stabilisce importi tariffari assolutamente improponibili - continua Gorga -. Si tratta di cifre insostenibili per un settore che comunque non può né vuole pensare di competere con le big pharma".
"Siamo felici che anche l'Aifa e il Ministero abbiamo riconosciuto a tutti gli effetti il valore dell'omeopatia rispetto alla medicina tradizionale - prosegue Gorga -, ma occorre che ogni settore venga considerato in base alle singole peculiarità. In Italia sono oltre 8 milioni le persone che si rivolgono all'omeopatia, e se non troveranno medicine italiane in vendita, compreranno preparati stranieri. Il settore in Italia morirà, a favore delle aziende estere".
L'obiettivo che Omeoimprese si pone per i prossimi mesi è, dunque, di lavorare con le Istituzioni per rivedere il decreto tariffe.