"Correte, mia figlia non respira più, sta morendo". La chiamata al 118 di Taranto è un grido d'aiuto disperato: una bambina di 2 mesi mentre sta poppando il latte diventa cianotica, si irrigidisce, smette di respirare. Non piange e non risponde alle sollecitazioni della madre. Al telefono risponde Gianluca Ferrarese, l'infermiere operatore di turno alle 13, giorno della Befana, e assume il controllo della situazione: "Signora non perdiamo un istante, faccia subito a sua figlia le manovre che le detto". L'infermiere impartisce le manovre di rianimazione e la madre dal telefono le urla al padre della piccola che le esegue. La bambina viene messa sulla coscia del papà a testa in giù e riceve in modo alternato pacche sulla schiena, tra le scapole, e dopo essere stata girata di 180 gradi compressioni sulla metà dello sterno, effettuate con due dita.
"Non succede niente", urla la madre.
"Signora - replica l'infermiere - ripeta le manovre, faccia esattamente quello che le dico". Passano due minuti drammatici e interminabili. Mentre la piccola riceve una nuova serie di piccoli colpi sulla schiena, riprende a respirare: "Sta piangendo", grida la madre, "piange". Dopo 7 minuti dalla chiamata, arriva l'automedica, la neonata ha un'attività respiratoria normale ma viene comunque portata al Pronto soccorso.
"Questo episodio - commenta il presidente del Sis 118 Mario Balzanelli - sottolinea come moltissime vite possono essere salvate se si effettuano con immediatezza le manovre salvavita e se chi chiama si rende pienamente disponibile a mettere in pratica anche per la prima volte le manovre dettate in tempo reale dagli operatori del 118".
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