Diminuiscono le interruzioni volontarie di gravidanza (ivg) in Italia. In totale, nel 2017 ne sono state notificate 80.733, confermando il continuo andamento in flessione del fenomeno: -4,9% rispetto al dato del 2016 e -65,6% rispetto al 1982, anno in cui si è osservato il più alto numero di ivg in Italia, pari a 234.801 casi. Lo rileva la 'Relazione del Ministro della Salute sull'attuazione della Legge 194/78 per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza - 2017', trasmessa oggi al Parlamento.
Diminuzioni percentuali particolarmente elevate, evidenzia la Relazione, si osservano in Liguria, Umbria, Abruzzo e PA di Bolzano, mentre la PA di Trento è l'unica con un lieve aumento di interventi. Il dato italiano, afferma il ministero della Salute, "rimane tra i valori più bassi a livello internazionale".
Tutti gli indicatori, si sottolinea nella Relazione, "confermano il trend in diminuzione: il tasso di abortività (numero di ivg rispetto a 1000 donne di 15-49 anni residenti in Italia), che rappresenta l'indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza del ricorso all'ivg, è risultato pari a 6.2 per 1000 nel 2017, con un decremento del 3.3% rispetto al 2016 e con una riduzione del 63.6% rispetto al 1982; il rapporto di abortività (numero di ivg rispetto a 1000 nati vivi) nel 2017 è risultato pari a 177.1 per 1000 nati vivi (o 17.7 per 100 nati vivi), con una riduzione del 2.9% rispetto al 2016 e del 53.4% rispetto al 1982". E' inoltre da considerare che in questi ultimi anni anche i nati della popolazione presente sul territorio nazionale, afferma il ministero della Salute, "sono diminuiti di 9.643 unità". Il ricorso all'ivg nel 2017 è diminuito in tutte le classi di età, in particolare tra le giovanissime, e i tassi di abortività più elevati restano fra le donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Il 46.7% delle donne italiane che hanno abortito era in possesso di licenza media superiore, mentre il 45.5% delle straniere aveva la licenza media. Inoltre, per le italiane la percentuale delle nubili (59.4%) è in aumento e superiore a quella delle coniugate (34.3%), mentre nelle straniere le percentuali sono molto più simili (46.5% le coniugate, 48.1% le nubili).
La Relazione evidenzia anche come le ivg fra le straniere si siano stabilizzate e comincino a mostrare una tendenza alla diminuzione: sono il 30.3% di tutte le ivg nel 2017, anche se le straniere restano "una popolazione a maggior rischio di abortire rispetto alle italiane". Ivg in calo pure tra le minorenni: il tasso di abortività per il 2017 è risultato essere pari a 2.7 per 1000, valore inferiore a quello del 2016, confermando un trend in diminuzione a partire dal 2004. I 2.288 interventi effettuati da minorenni sono pari al 2.8% di tutte le ivg (erano il 3.0 % nel 2016). Come negli anni precedenti, afferma il ministero, " si conferma il minore ricorso all'aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell'Europa Occidentale".
- 7 ginecologi su 10 obiettori di coscienza nel 2017
Relazione min. Salute, 'ma non evidenziate criticità servizi'
La percentuale di medici obiettori rispetto all'interruzione volontaria di gravidanza (ivg) è pari tra i ginecologi al 68,4%, quasi 7 su 10, ma "per quanto riguarda i carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore, sia su base regionale che considerando le singole strutture, non si evidenziano particolari criticità nei servizi di ivg". Lo evidenzia la 'Relazione del Ministro della Salute sull'attuazione della Legge 194/78 per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza - 2017', trasmessa oggi al Parlamento. "I decrementi osservati nei tassi di abortività - rileva il ministro della Salute Giulia Grillo nella Relazione - sembrano indicare che tutti gli sforzi fatti in questi anni, specie dai consultori familiari, per aiutare a prevenire le gravidanze indesiderate ed il ricorso all'ivg stiano dando i loro frutti, anche nella popolazione immigrata; sarà quindi indispensabile rafforzare e potenziare questi servizi di prossimità che grazie all'esperienza nel contesto socio-sanitario e alle competenze multidisciplinari dell'equipe professionale riescono a identificare i determinanti di natura sociale e a sostenere la donna e/o la coppia nella scelta consapevole, nella eventuale riconsiderazione delle motivazioni alla base della sua scelta, aiutarla nel percorso ivg ed a evitare future gravidanze indesiderate ed il ricorso all'ivg".
Sulla riduzione delle interruzioni di gravidanza, rileva inoltre la Relazione, "molto probabilmente ha inciso anche l'aumento dell'uso della contraccezione d'emergenza, la pillola del giorno dopo e quella dei 5 giorni dopo, che non hanno più l'obbligo di prescrizione medica per le maggiorenni, e quindi richiedono una maggiore informazione alle donne per evitarne un uso inappropriato". In generale, sono in diminuzione anche i tempi di attesa, "pur persistendo una non trascurabile variabilità fra le regioni, e si registra un aumento delle interruzioni nelle prime 8 settimane di gestazione, probabilmente almeno in parte dovuto all'aumento dell'utilizzo della tecnica farmacologica che viene usata in epoca gestazionale precoce".