Non è una droga da prendere alla leggera: i consumatori abituali di cannabis o spinelli, soprattutto in giovane e giovanissima età (sotto i 18 anni), pensano a togliersi la vita il 50% più spesso rispetto agli altri ma soprattutto hanno un rischio più che triplo da giovani adulti di tentativi di suicidio rispetto a chi non ne fa uso.
L'allarme arriva dagli psichiatri alla vigilia della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio che si celebra il 10 settembre. Gli esperti mettono dunque in guardia dal pericolo, poco noto e sottovalutato, dell'uso assiduo di cannabis sulla salute mentale fra gli adolescenti, facendo riferimento ad una recente revisione degli studi sul tema pubblicata su JAMA Psichiatry per la quale sono stati analizzati i dati di quasi 24.000 giovani: l'analisi ha dimostrato che fra gli utilizzatori il rischio di depressione cresce del 37%, la probabilità di pensieri suicidari del 50% e soprattutto aumenta di tre volte e mezzo il pericolo di tentare un gesto estremo.
Proprio per accendere i riflettori su questo fenomeno e richiamare l'attenzione pubblica sul peso inaccettabile e sui costi sostenuti a causa del suicidio, esperti italiani e internazionali si riuniranno a Roma il 17 e 18 settembre per il convegno internazionale di suicidologia organizzato da Sapienza Università di Roma, con il supporto non condizionato della Fondazione Internazionale Menarini.
In Italia il suicidio, con 350 casi ogni anno in chi ha meno di 30 anni, resta la terza causa di morte fra i giovani tra i 15 e i 29 anni, pari al 13% di tutti i decessi in quella fascia d'età.