Immagini shock di incidenti stradali causati dalla guida sotto l'effetto dell'alcol, con vetture accartocciate ed i segni visibili delle tragedie sulle strade, ben in vista sulle bottiglie di vino, alcolici e lattine di birra. Un pugno nello stomaco, proprio come le immagini degli effetti del cancro e la scritta 'il fumo uccide' sui pacchetti di sigarette. Contro il fenomeno sempre più diffuso degli incidenti e investimenti dovuti anche al consumo di alcol - che solo negli ultimi due giorni ha fatto registrare ben 8 vittime - sono necessarie campagne di comunicazione, indirizzate ai giovani, "più forti e di impatto". Ad affermarlo all'ANSA è il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), Enrico Zanalda, che rileva anche come per "comunicare con i ragazzi sia necessario utilizzare i mezzi e le figure a loro più vicini".
"Le campagne di comunicazione per sensibilizzare i giovani a non guidare se hanno assunto alcol sono e restano fondamentali.
Andrebbero anzi - sottolinea Zanalda - rafforzate ed estese maggiormente nelle scuole e nei luoghi di divertimento". E' però necessario, secondo il presidente Sip, che abbiano un impatto maggiore e che sappiano colpire in modo più efficace giovani ed adolescenti. Anche 'scioccandoli', se necessario. Infatti, chiarisce lo psichiatra, "lanciare messaggi razionali e istituzionali sulla questione è certamente positivo, ma bisogna anche considerare che oggi una parte dei giovani legge poco ed è spesso lontana dai canali di comunicazione 'ufficiali'. Per raggiungere questa quota di ragazzi è quindi cruciale puntare su ciò che utilizzano e consumano, e le lattine di birra o le bottiglie di vino sono sicuramente tra i loro beni di consumo".
Dunque, prosegue, "mettere immagini cruente degli incidenti causati dall'alcol su bottiglie e lattine colpirebbe e attirerebbe l'attenzione di quei giovani che le comprano. Va infatti chiarito che assumere alcol anche in quantità ridotte può avere effetti devastanti se ci si mette alla guida di un'auto". Insomma, i messaggi 'soft' non bastano più e sono necessari messaggi "forti" che, rileva Zanalda, "veicolino l'unico messaggio 'se bevo non guido', con campagne appetibili e che si adeguino anche ai trend e alle mode giovanili del momento". Da Zanalda arriva anche un'altra proposta: "Se giovani che hanno causato incidenti perchè in stato di ebbrezza, e che oggi pagano per questo, volessero diventare i testimonial di una campagna per dire ai loro coetanei cosa ha significato per loro questa esperienza, ciò potrebbe essere un forte deterrente per molti, così come utilizzare volti vicini ai ragazzi a partire dai rapper per far passare tali messaggi".
Il vero problema è che "è sempre più di moda divertirsi sballandosi con sostanze ed alcol, ma sotto l'effetto dell'alcol - spiega Zanalda - c'è una sottovalutazione del rischio, e ciò per l'effetto di euforia indotto dal rilascio di dopamina. Questo può portare ad avere effetti pericolosi". Insomma, conclude il presidente Sip, "le campagne potrebbero non bastare, ma bisogna insistere ed in termini psicologici proprio l''effetto shock' potrebbe portare ad un maggiore effetto su quella parte di giovani più propensi ad avere comportamenti sopra le righe e che, pur non essendo magari la maggioranza, sono però quelli che poi si rendono responsabili delle tragedie al volante".