La Cina ha annunciato l'avvio di un'indagine dopo la morte di Li Wenliang, il giovane medico che per primo lanciò inascoltato l'allarme sul coronavirus di Wuhan. Lo annuncia la Commissione per l'ispezione disciplinare, l'Anticorruzione del Partito comunista cinese (Pcc), spiegando in una nota che un team investigativo sarà inviato a Wuhan per "condurre un'indagine completa sulla questione relativa al dottore Li Wenliang riportata finora in modo ampio".
I due hashtag più diffusi su Weibo, Twitter in mandarino, riguardano la morte di Li Wenliang, il giovane medico che per primo lanciò inascoltato l'allarme sul coronavirus: #vogliolalibertàdiparola, ad esempio, vanta milioni di visualizzazioni. A poche ore dalla sua morte per il contagio, gli utenti di WeChat, l'app di messaggistica, hanno espresso cordoglio e rabbia: dalla tristezza sulla perdita di un "eroe" ai riferimenti al "Senti il popolo cantare" da Les Misérables fino al commento di Li al magazine Caixin: "una società sana non dovrebbe avere una sola voce".
olti netizen cinesi hanno passato una notte insonne a causa della vicende di Li Wenliang, prima dato come deceduto, poi in condizioni disperate e, infine, morto. Tra i vari commenti su Weibo e WeChat, ce ne sono alcuni con la chiamata a scendere in strada e allusioni poetiche alla fallacia del Partito comunista, in gran parte poi finite tra le maglie della censura del Great Firewall. "Li è un eroe e ha messo in guardia gli altri sacrificando la sua vita", ha scritto uno dei follower del medico di Wuhan, morto in piena notte alle 2:58 (le 19:58 di giovedì in Italia), secondo il referto ufficiale. Altri commenti sono più pesanti: "Quei grassi funzionari che vivono con il denaro pubblico, possano morire per una bufera di neve", ha scritto un netizen in un post, subito oscurato.