Oltre ai batteri resistenti agli antibiotici, esistono anche quelli che se li mangiano, e che potrebbero diventare un'arma per ripulire l'acqua e il suolo contaminati da questi farmaci. A scoprire il modo con cui lo fanno sono stati i ricercatori della Washington university di St. Louis, come spiegano sulla rivista Nature Chemical Biology.
Gli studiosi, guidati da Gautam Dantas, hanno osservato 4 specie di batteri che vivono nel suolo e la cui dieta e' a base di penicillina. Hanno cosi' identificato gli enzimi e i geni che si attivano quando i batteri si nutrono di penicillina e che si spengono quando i microrganismo mangiano zucchero. Grazie a questi geni, i batteri riescono a trasformare un'arma letale in un semplice pasto: iniziano neutralizzando le parti tossiche dell'antibiotico e, una volta reso il cibo sicuro, si servono la loro porzione.
Ricostruire i passaggi con cui un antibiotico viene trasformato in cibo potra' aiutare i ricercatori a ripulire l'acqua e il suolo contaminati da questi farmaci e fermare la diffusione dell'antibioticoresistenza. I batteri del suolo che naturalmente si nutrono di antibiotici sono pero' difficili da usare: per questo i ricercatori hanno voluto provare una specie piu' malleabil', come l'Escherichia coli, per adattarla a nutrirsi degli antibiotici presenti nelle terre e acque contaminate, con risultati positivi.
Hanno infatti dimostrato che l'E.coli, con una modifica genetica e l'aggiunta di una proteina chiave, può sopravvivere e nutrirsi di penicillina, eliminando lo zucchero dalla sua dieta. Ma, concludono i ricercatori, "non ci si puo' aspettare che dopo aver 'innaffiato' un terreno con questi batteri del suolo, questi lo ripuliscano velocemente - commenta Dantas - Lavorano infatti in modo efficace ma lento. Ora che sappiamo come lo fanno, e' pero' molto piu' facile migliorarli per velocizzare tutto il processo".
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