Usare la luce delle stelle per escludere la presenza di un 'Grande fratello' dell'universo, ossia di variabili nascoste capaci di 'truccare' le leggi che governano la fisica. Lo ha fatto il gruppo di ricerca guidato da Anton Zeilinger, dell'università di Vienna, nell'esperimento i cui risultati sono in via di pubblicazione sulla rivista Physical Review Letters.
Il mondo delle particelle quantistiche, le componenti elementari dell'universo, risponde a leggi 'bizzarre', apparentemente illogiche, e una delle grandi sfide della fisica moderna è capire se in realtà non ci sia sotto qualche 'inganno' che distorca la nostra comprensione. "Vogliamo escludere che non ci sia una sorta di Grande Fratello che falsifichi gli esperimenti", ha spiegato all'ANSA Fabio Sciarrino, responsabile del Quantum Lab dell'universita' Sapienza di Roma, che nel 2016 fa aveva partecipato a un progetto analogo chiamato Big Bell Test.
Per cercare di capire se davvero l'universo sia governato dalle leggi della meccanica quantistica una delle grandi difficoltà è avere dati 'puliti' per gli esperimenti, "che siano davvero causali", ha spiegato Sciarrino. "Noi abbiamo sfruttato i dati generati in modo causale da 100.000 persone - ha proseguito - loro lo hanno fatto usando la radiazione in arrivo da stelle lontane 600 anni luce". Entrambi gli esperimenti, migliorando la precisione dei lavori precedenti riducendone i margini di errore, confermano la correttezza delle bizzarre leggi della meccanica quantistica.
"I dati arrivati da stelle lontane 600 anni luce hanno dato conferma che viviamo in un mondo non deterministico, o quantomeno non predeterminato da 'nessuno' entro un limite di 600 anni fa". I risultati importanti per la scienza di base hanno applicazioni anche per le tecnologie pratiche, in particolare nella crittografica, sia tradizionale che quantistica, dove un ruolo chiave è la capacità di generare numeri casuali 'purissimi'.
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