Il primo passo importante è stato fatto ed è solo una questione di tempo prima che le equazioni aiutino a capire i segreti dello scioglimento dei ghiacci: le sta studiando Alessio Figalli, vincitore in agosto della medaglia Fields, considerata il Nobel della matematica.
"Queste equazioni costituiscono un passo molto importante per trovare in futuro algoritmi migliori per costruire dei modelli e avere previsioni più attendibili", ha detto il ricercatore del Politecnico di Zurigo nella sua prima conferenza pubblica a Roma, presso l'Università Sapienza, dopo il premio. "L'evento al quale partecipo era stato organizzato da oltre un anno e, da romano, è sempre un piacere tornare nella mia città", ha detto Figalli all'ANSA.
"Quando ero in Texas - ha proseguito - venivo a Roma due o tre volte l'anno, ma da Zurigo posso venire più spesso". Anche con l'università Sapienza il matematico ha un legame di vecchia data: "la conosco da quando facevo le gare di matematica ai tempi del liceo e negli anni ho continuato a frequentarla per seguire conferenze in ambiti che mi potevano interessare. Mi sono formato a Pisa, ma i legami tra la scuola di analisi pisana e quella romana sono molto forti".
I temi dei quali si occupa adesso sono diversi da quelli per i quali ha ricevuto la medaglia Fields: "si chiamano problemi di frontiera libera, che studiano il comportamento dell'interfaccia tra due oggetti. Io mi occupo, per esempio, di capire come l'interfaccia acqua-ghiaccio cambia nel tempo e, di conseguenza, come si evolve lo scioglimento del ghiaccio".
E', ci tiene a sottolineare, di "uno studio matematico" che esamina un problema localmente. "Si tratta di capire come si comportano fenomeni empirici importanti e difficili da descrivere, e capirli in modo profondo significa che in futuro si potranno elaborare modelli al computer capaci di simulazioni più efficienti".
Accanto a questo problema Figalli ne studia un altro, solo apparentemente distante, che consiste nel "capire come si comportano le membrane elastiche quando incontrano ostacoli". La cosa interessante, spiega, "è che sembrano problemi diversi, ma si riconducono allo stesso tipo tipo di equazioni. E' un problema molto complesso e affrontato da oltre 50 anni; con il mio gruppo al Politecnico di Zurigo ci stiamo lavorando da un anno e mezzo e i progressi sono notevoli". Si tratta, ha concluso, "di equazioni che riescono a unificare più modelli e grazie alle quali riusciamo a trattare problemi diversi in un unico studio teorico".
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