Scoperto il segreto che ci permette di agire in sincronia con gli altri: non è la capacità di mediare, bensì di ignorare alcuni degli input che ci arrivano dalle altre persone. Questo comportamento è stato osservato per la prima volta nei violinisti grazie a uno studio condotto dall'Università Bar-Ilan e dall'Istituto Weizmann, in Israele, insieme alla Stony Brook University di New York. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Communications, permetteranno di elaborare nuovi modelli delle reti di persone, utili per studiare il traffico, la diffusione di fake news, i processi decisionali, la trasmissione di malattie, la politica e l'economia.
Lo studio ha preso in esame 16 violinisti, a cui è stato chiesto di suonare ripetutamente una breve melodia mentre in cuffia ascoltavano la propria performance insieme a quella di due o più colleghi. Ogni comunicazione visiva tra loro è stata impedita con dei pannelli divisori. A ciascuno è stato chiesto di sincronizzare la propria esecuzione con quelle degli altri, riprodotte in cuffia in tempo reale o con un leggero ritardo.
"Così abbiamo un fenomeno diverso dal solito brano musicale", spiega il fisico Moti Fridman. "Non c'è un tempo globale, ma diverse persone collegate in rete che rispondono in maniera indipendente. Introducendo un ritardo, in modo che ciascun violinista senta l'esecuzione del vicino qualche secondo dopo, impediamo al network di entrare in sincronia". Secondo i modelli attuali, in questa condizione ogni nodo della rete dovrebbe cercare un compromesso tra gli input che riceve, ma "gli umani si comportano diversamente", sottolinea Fridman. "In questa condizione di frustrazione non cercano una mediazione, ma ignorano uno degli input", ad esempio la melodia di un collega fuori tempo rispetto al resto del gruppo. "Questo - conclude Fridman - è un fenomeno cruciale che cambia le dinamiche della rete".
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