Smorzati gli entusiasmi sull'esistenza fantomatico Pianeta Nove, un nuovo 'mistero' porta scompiglio nel Sistema Solare. Ci sarebbe infatti un pianeta sconosciuto, e per ora non visto. A differenza del Pianeta 9 però, questo sarebbe più vicino e avrebbe una massa minore, intermedia tra quella di Marte e quella della Terra. Ad avanzare l'ipotesi sull'Astronomical Journal sono i ricercatori dell'università dell'Arizona, guidati da Kat Volk.
La presenza di questo possibile pianeta è stata dedotta dall'influenza che la sua massa eserciterebbe sui piani orbitali di un gruppo di oggetti rocciosi della fascia di Kuiper, la zona popolata da piccoli corpi celesti come asteroidi e pianeti nani che si trova nella periferia più estrema del Sistema Solare. Secondo i ricercatori ci sarebbe qualcosa di ignoto, un 'disturbatore', che sta deformando il piano orbitale medio (cioè il piano geometrico in cui è contenuta l'orbita) di questi corpi. L'analisi dei orbitali ha mostrato che 600 di questi oggetti hanno un'inclinazione di 8 gradi rispetto al normale. "La spiegazione più probabile è che a causare la curvatura da noi misurata sia qualcosa con una massa simile a quella di Marte" e che orbita a circa 60 unità astronomiche dal Sole (1 unita' astronomica equivale alla distanza tra la Terra e il Sole), e che avrebbe un'influenza gravitazionale sufficiente a deformare il piano orbitale di questi corpi rocciosi.
Secondo Volk, "è molto probabile che si tratti di un segnale reale". Questi corpi rocciosi si trovano a circa 30 unità astronomiche e dovrebbero sentire l'impatto della gravità di un oggetto planetario di tale massa. Caratteristiche che mettono fuori gioco la possibilità che si tratti dell'ipotetico Pianeta Nove, la cui massa sarebbe 10 volte circa quella terrestre, e si troverebbe molto più distante, tra 500 e 700 unità astronomiche. "Troppo lontano per avere una qualche influenza su questi oggetti rocciosi", aggiunge. Se questo possibile pianeta non è stato ancora trovato è perchè, dicono i ricercatori, non si è cercato abbastanza e con gli strumenti giusti in questa parte della periferia del Sistema Solare. Ma secondo Giovanni Valsecchi, ricercatore dell'Istituto di astrofisica e planetologia spaziali dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), "anche se il meccanismo in sè non è sbagliato, è molto difficile da dimostrare l'esistenza del fenomeno. Inoltre, se alla distanza da loro ipotizzata ci fosse un pianeta della massa di Marte, sarebbe strano che non fosse già stato scoperto".
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