Con la simulazione dello 'sbarco' su Marte e l'inizio del periodo di isolamento, è cominciata nel deserto dell'Oman la missione Amadee-18, che fino al 28 febbraio vedrà protagonisti cinque 'astronauti' coordinati dall'Austrian Space Forum che condurranno 15 esperimenti per testare strumenti e procedure per le future esplorazioni del Pianeta Rosso. A sfamarli con prodotti freschi sarà un orto ipertecnologico tutto italiano, realizzato da Enea, Agenzia spaziale italiana (Asi) e Università degli Studi di Milano, nell'ambito del progetto 'HortExtreme'.
Grazie a una rete di sensoristica avanzata, i ricercatori italiani del centro ricerche Enea 'Casaccia' coordineranno e monitoreranno le attività sperimentali fino alla fine della missione, in collegamento diretto con la base. Gli esperimenti sull'orto serviranno non solo a verificare la fattibilità dell'impianto, ma anche a comprenderne i consumi energetici, a prevederne la produttività e a selezionare delle varietà di piante che possano adeguarsi alle condizioni ambientali sia di luoghi estremi terrestri, come l'Antartide, che di pianeti lontani, come Marte.
Con l'installazione di quattro comparti dedicati alla germinazione e alla crescita, i ricercatori Luca Nardi (Enea), Sara Piccirillo (Asi) e Francesco Cavaliere (Università di Milano) hanno completato il sistema verticale multilivello di coltivazione idroponica 'fuori suolo', il cosiddetto 'orto marziano' di quattro metri quadri composto da quattro specie di microverdure rosse (amaranto, cavolo cappuccio, senape e ravanello) accuratamente selezionate tra quelle con ciclo di coltura di 15 giorni. Grazie a luci a led, atmosfera controllata e riciclo dell'acqua, le microverdure senza pesticidi né agrofarmaci, garantiranno un corretto apporto nutrizionale e un'alimentazione di alta qualità ai membri dell'equipaggio. Conclusa la fase preliminare della missione, i ricercatori italiani hanno lasciato il campo base dove è iniziata la fase di isolamento dell'equipaggio.
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