Cresce la speranza di trovare altre forme di vita nel Sistema Solare, per l'esattezza negli oceani nascosti sotto la crosta ghiacciata di due lune misteriose: Encelado, che ruota intorno a Saturno, ed Europa, che orbita intorno a Giove. A far sognare i cacciatori di E.t. sono due studi indipendenti: una simulazione pubblicata dall'Università di Vienna sulla rivista Nature Communications e un modello teorico descritto sulla rivista Scientific Reports dall'Università brasiliana di San Paolo.
Rappresentazione artistica di un geyser su Europa, la luna di Giove che nasconde un oceano (fonte: Nasa Goddard Space Center)
Entrambe le ricerche suggeriscono la possibile esistenza di microrganismi alieni analoghi a batteri terrestri estremi, dando preziosi indizi su che cosa andare a cercare nelle prossime missioni spaziali targate Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa). "Si parla già di un lander che potrebbe raccogliere e analizzare materiale su Europa, oltre che di sonde che potrebbero sorvolare Encelado", spiega l'astrobiologa Daniela Billi, dell'Università di Roma Tor Vergata.
Nell'attesa che queste missioni vengano lanciate, probabilmente fra una decina di anni, "questi studi accrescono il nostro interesse verso Europa ed Encelado, che paradossalmente si trovano fuori dalla fascia di abitabilità: se dovessimo scoprire forme di vita sotto la loro superficie, cambierebbe anche il nostro modo di cercare la vita sui pianeti esterni al Sistema Solare, dove per ora studiamo solo l'abitabilità superficiale".
Europa, la luna di Giove che nasconde un oceano (fonte: NASA)
Un primo indizio viene dalla simulazione coordinata dall'Università di Vienna, "la prima fatta in laboratorio per replicare le stesse condizioni ambientali di Encelado, almeno riguardo a composizione e pressione dei gas, mentre temperatura e pH si discostano dalle previsioni", spiega Billi. I risultati indicano che un microrganismo terrestre produttore di metano potrebbe sopravvivere e prosperare sulla luna di Saturno sfruttando l'idrogeno prodotto da fenomeni di alterazione del suo 'cuore' roccioso.
Rappresentazione grafica delle sorgenti di acqua calda che attraversano l'oceano nascosto sotto i ghiacci di Encelado (fonte: NASA/JPL-Caltech)
Altrettanto interessante è il batterio a energia nucleare individuato in Sudafrica, in una miniera d'oro alle porte di Johannesburg: adattato al buio e a condizioni estreme di pressione, ricava energia dalla scissione delle molecole d'acqua operata dalle radiazioni emesse da elementi presenti nel 'cuore' roccioso dei pianeti del Sistema solare. Secondo lo studio teorico brasiliano, questo ecosistema terrestre sarebbe analogo a quello del fondale dell'oceano di Europa.
"Entrambi gli studi producono ipotesi interessanti - conclude Billi - ma non possiamo nasconderci il loro limite: si fondano su modelli sviluppati sulla base di ciò che conosciamo, ambienti e meccanismi metabolici terrestri che cerchiamo di adattare ad altri contesti".
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