Si riaccende forse una speranza per chi ritiene di poter trovare forme di vita su Proxima Centauri B, il pianeta che ruota attorno a Proxima Centauri, la stella più vicina a noi al di fuori del sistema solare. Un nuovo studio guidato da Anthony D. Del Genio del Goddard Institute for Space Studies (Giss) della Nasa, e pubblicato su Astrobiology, suggerisce nuovi scenari climatici compatibili con la presenza sul pianeta di una quantità d'acqua sufficiente a rendere possibile la vita.
In precedenza, altre ricerche avevano definito questo impossibile per le altissime temperature su Proxima Centauri B, dovute alla vicinanza con la sua stella. Inoltre un'eruzione gigantesca verificatasi nel marzo 2016 sulla stella, con l'emissione di raggi cosmici solari, potrebbe avere eroso per sempre l'atmosfera del pianeta vicino.
Ma ecco i nuovi scenari prefigurati dalla ricerca della Nasa: il primo, secondo Del Genio, è quello per cui Proxima Centauri B potrebbe essersi formato più lontano dalla sua stella e gradualmente essersi avvicinato, quindi senza essere soggetto alle dure condizioni iniziali; il secondo prevede che il pianeta possa avere avuto all'inizio una quantità di acqua pari a 10 volte quella con cui si formò la Terra, per cui avrebbe ancora abbastanza acqua liquida da possedere un Oceano; infine potrebbe essersi originato avvolto da una spessa coltre di idrogeno che poi potrebbe essere venuta meno, lasciandosi dietro il "nocciolo abitabile" di un'atmosfera.
"Per cui - conclude Del Genio - noi immaginiamo che Proxima Centauri B abbia un'atmosfera e acqua, e ci chiediamo, data la stella attorno a cui orbita e la distanza da essa, quanto sia facile o difficile immaginare un'atmosfera e un Oceano che assieme potrebbero produrre condizioni adatte alla vita in superficie, cioè abbastanza calde da sostenere acqua liquida ma non così calde da farle evaporare completamente".
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