L'occhio dei satelliti ha individuato la più antica tomba principesca degli Sciti, il misterioso popolo nomade che per secoli ha dominato le steppe euroasiatiche. Il tumulo funerario, risalente al IX secolo a.C., si trova nella cosiddetta 'Valle dei re' della Siberia e al suo interno potrebbe conservare ancora un tesoro 'congelato', fatto di mummie e gioielli. La scoperta è pubblicata sulla rivista Archaeological Research in Asia da Gino Caspari, archeologo svizzero dell'Università di Berna.
Seduto davanti al suo computer, il giovane ricercatore ha esaminato alcune immagini satellitari che ritraevano in alta risoluzione la valle del fiume Uyuk a Tuva, una delle repubbliche della Federazione Russa già scenario di diverse scoperte archeologiche in passato. Sul fondale di una palude è così apparsa una particolare struttura di forma circolare. Scavi successivi, condotti dall'Università di Berna in collaborazione con l'Accademia russa delle scienze e il museo dell'Ermitage a San Pietroburgo, hanno confermato che si tratta di un 'kurgan', ovvero un tipico tumulo funerario che gli Sciti usavano per inumare i feretri degli aristocratici con ricchi corredi, che includevano gioielli, armi decorate, preziosi manufatti e perfino cavalli con bardature finissime.
La tomba, chiamata 'Arzhan 0', sarebbe stata costruita oltre un secolo prima rispetto a quella che finora era considerata la tomba principesca scita più antica, ovvero il kurgan 'Arzhan 1', posto 10 chilometri più a Nord-Est. Secondo Caspari, l'inaccessibilità del luogo potrebbe aver preservato 'Arzhan 0' dalle incursioni dei tombaroli. Inoltre, le particolari condizioni climatiche potrebbero aver 'congelato' il suo contenuto organico, evitandone la degradazione. "Se saremo fortunati – afferma l'archeologo – potremo trovare tappeti o sculture di legno, o perfino una mummia congelata”.
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