Negli ultimi 30 anni le piante dell'Artico sono diventate sempre più alte, per via del cambiamento climatico. Lo indica il lavoro dell'università di Edimburgo, pubblicato sulla rivista Nature. Anche se viene immaginato come una vasta e desolata landa ghiacciata, l'Artico in realtà ospita centinaia di specie di arbusti bassi, erbe e altre piante importanti per il ciclo del carbonio e l'equilibrio energetico.
Lo studio ha rilevato come non solo le piante native artiche stiano crescendo di statura, ma come le specie più alte si stiano spostando e diffondendo anche nella tundra nelle propaggini meridionali dell'Artico. Ad esempio il paleo odoroso, pianta comune delle pianure europee, ora si è spostato anche in Islanda e Svezia. Il gruppo guidato da Isla Myers-Smith, dell'università di Edimburgo, e Anne Bjorkman, del Centro per la ricerca sul clima di Francoforte, ha analizzato oltre 60.000 dati raccolti in centinaia di siti in Alaska, Canada, Islanda, Scandinavia, Russia, Alpi europee e Colorado.
"Le regioni artiche sono da tempo il centro della ricerca sul cambiamento climatico, visto che il permafrost alle latitudini più settentrionali contiene dal 30 al 50% del carbonio mondiale nel terreno", precisa Bjorkman, che aggiunge: "Le piante più basse intrappolano più neve, che isola il suolo sottostante e previene un congelamento veloce in inverno". Con l'aumento delle piante più alte, continua, "potrebbe diventare più veloce il disgelo di questa 'banca' di carbonio congelato, e crescere la quantità di gas serra presenti nell'aria". La crescita in altezza delle piante è un fenomeno non limitato a pochi siti, ma praticamente diffuso in quasi tutta la tundra. Secondo i ricercatori, se le piante più alte continueranno a crescere al tasso attuale, entro la fine del secolo potrebbero aumentare dal 20 al 60%
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