La sostenibilità è un tema di business per i maggiori player del comparto agroalimentare, a confronto in un convegno promosso da Number1 Logistics Group. "Il 93% dei Ceo nel comparto agroalimentare considera la sostenibilità una priorità strategica. Non si tratta più di filantropia" ha sottolineato Alessandro Perego, responsabile degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, alla luce dei 17 obiettivi fissati da L'Agenda 2013 delle Nazioni Unite.
"Esiste un legame crescente - per Perego - tra le azioni sostenibili e la performance di successo di un impresa, e lo strumento abilitante è l'innovazione. Oggi un sesto (17%) del cibo in Italia è prodotto in eccedenza e vanno sprecate circa 5,6 milioni di tonnellate in un anno. Il 68% di questa eccedenza - secondo l'esperto - è ad alta recuperabilità per il consumo umano, ma la gestione va avviata per tempo, non sotto scadenza del cibo".
A livello globale, ha detto il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia, "c'è una neo-centralità del cibo, dove l'Italia si fa portavoce di modello che sposa innovazione e sostenibilità, promuovendo ad esempio l'utilizzo del biogas per ridurre i costi energetici. Tanto va fatto ancora per il recupero dello spreco alimentare che butta nel cassonetto 13 miliardi di euro, quasi quanto varrebbe l'ipotesi di aumento Iva".
Mentre a livello europeo, ha ricordato l'europarlamentare Paolo De Castro, il Regolamento Omnibus introdotto nell'attuale assetto della Politica Agricola Comune "avvicina il comportamento degli agricoltori a pratiche di sostenibilità, spingendo sul greening ma senza uccidere le imprese, in un ritrovato equilibrio ambientale e socioeconomico".
Un confronto sullo sviluppo sostenibile sia con gli altri Paesi che con le nostre istituzionali è stato chiesto dall'amministratore delegato di Valdo Spumanti, Pierluigi Bolla. "Sulla sostenibilità nell'agroalimentare - ha affermato Paolo Barilla, vice presidente Barilla - la coscienza da parte industriale c'è, e la strada è stata tracciata. In Barilla abbiamo promosso azioni a monte, col decalogo delle produzioni agricole e i contratti di filiera, e promosso azioni nei servizi a valle, ma c'è ancora molto da fare".
Per noi il problema maggiore, ha detto il presidente di Riso Gallo, Mario Preve, "sono le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime. Da un paio di anni abbiamo fatto accordi triennali per un prezzo medio, accettati dai risicoltori. Dal punto di vista ecologico, abbiamo avviato la riduzione della plastica. Problema maggiore per lo sviluppo dell'e Commerce è nelle consegne del cosiddetto ultimo miglio, ma il nostro lavoro non è la logistica. Chiediamo - ha detto il presidente riso Gallo - di essere aggiornati su cosa c'è di meglio nel settore".
Come agricoltori, ha concluso il presidente della Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, a margine del forum promosso da Number1 Logistics Group, "siamo protagonisti nelle scelte di sostenibilità, ma doppiamente colpiti dalle inefficienze di sistema: in qualità di produttori ci tolgono reddito, ma anche come piccoli trasformatori scontiamo il gap sulle infrastrutture, sia nei trasporti che digitali".