La pesca a strascico illegale si è ridotta dell'85% sotto costa attorno alle Isole Egadi. In meno di due anni sono state salvati 21 esemplari di tartarughe marine Caretta caretta e sono tornate ufficialmente le Foche monache nelle coste siciliane. Sono i principali risultato ottenuti quest'anno dal progetto triennale di Rio Mare realizzato insieme all'Area Marina Protetta delle Isole Egadi, per salvaguardare la biodiversità e a favorire una gestione sostenibile delle risorse naturali attraverso il finanziamento di tre progetti.
Grazie al posizionamento di dissuasori antistrascico ripopolanti, 20 dei quali installati grazie a Rio Mare, è stato possibile ridurre la pesca illegale che danneggia i fondali, distrugge la prateria di Posidonia oceanica e riduce gravemente la fauna ittica.
Tante le tartarughe salvate, di cui il 64% è stato riabilitato dopo essere state ferite a causa di ingestione di plastica o lenze da pesca, interazioni con rifiuti galleggianti o impatti con barche. Grazie a una delle sette foto trappole che Rio Mare ha contribuito ad installare nelle grotte delle Isole Egadi è stato anche registrato il ritorno della Foca monaca nelle coste siciliane, evento unico considerata la rarità di questa specie e la scarsità di informazioni sulla sua presenza nei nostri mari. Oltre alla tutela della Posidonia oceanica, rifugio e nutrienti a innumerevoli specie che contrasta l'erosione delle coste e combatte i cambiamenti climatici, il progetto comprende il sostegno al Centro di Primo Soccorso delle Tartarughe marine a Favignana per il ricovero di esemplari feriti o in difficoltà e che svolge anche la funzione di Centro visitato nel 206 da 4.800 persone. Rio Mare ha previsto anche la gestione dell'Osservatorio della Foca monaca nel Castello di Punta Troia a Marettimo, uno spazio dedicato a questo genere di ricerche.