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Expo: ecco l'amaretto sardo integrale

Ideatore il 26enne Riccardo Porta di Gonnosfanadiga

Redazione ANSA CAGLIARI

(ANSA) - CAGLIARI, 11 SET - A km zero, senza scarti, a risparmio energetico e gustosissimo. Arriva da Gonnosfanadiga, Medio Campidano, una nuova specialità dolciaria made in Sardegna: l'amaretto integrale. La ricetta prevede l'utilizzo della mandorla appena sgusciata, ma con la sua buccia, ricca di fibre e vitamine che colora l'impasto e conferisce un sapore particolare. Un prodotto innovativo, rispetto al noto e apprezzato dolce a base di pasta di mandorla. Sarà presentato oggi pomeriggio all'Expo di Milano in occasione della giornata dedicata alle innovazioni, al Padiglione Coldiretti, per sette giorni, abitato dai protagonisti diretti e indiretti del mondo agricolo sardo.
    Ideatore è Riccardo Porta, produttore 26enne, quarta generazione di una stirpe di panificatori che nel 1918 aveva avviato a Gonnosfanadiga il forno di famiglia, lo storico Panificio Porta. Poi il testimone è passato di mano in mano da sua bisnonna Chiara al nonno e poi a suo padre. Ora anche Riccardo ha deciso di seguire la strada tracciata dalla capostipite e fa parte dell'azienda di famiglia, nel frattempo divenuta panificio-pasticceria, dove da sempre il pane si fa a lievitazione naturale.
    "L'amaretto integrale è l'evoluzione del classico amaretto, grazie alla presenza di fibre date dalla buccia e zucchero di canna va incontro alla domanda di prodotti genuini e salutari", spiega Riccardo Porta. La materia prima, 100% sarda, arriva da Mandorle di Sardegna. "Nell'impasto poi - aggiunge Riccardo - finisce il rottame di mandorle, che di solito viene svenduto, gli amaretti integrali sono a risparmio energetico, per cuocerli si utilizza il calore residuo del forno". Oltre al Panificio Porta nell'iniziativa è coinvolta la filiera, l'associazione panificatori della Sardegna e i produttori della mandorla sarda. Laurea in Marketing all'università di Urbino e Master in gestione delle piccole e medie imprese alla Cattolica di Milano, Riccardo ha deciso di mettere la propria competenza al servizio dell'azienda di famiglia: "Ho scelto di stare in Sardegna, sebbene desiderassi anche cercare lavoro all'estero. Ogni giorno quando dal forno viene fuori il pane mi emoziono pensando che in questi impasti ancora c'è una traccia, un piccolo granello di quel lievito madre che da bisnonna Chiara si tramanda di generazione in generazione. Per fare innovazione basta fare un piccolo passo indietro, ragionare sulle proprie radici. Abbiamo raffinato troppo, ci siamo persi per strada qualche pezzo". (ANSA).
   

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