BOLOGNA - Sfruttare le potenzialità del microbioma, ovvero delle "comunità" di microrganismi che colonizzano ogni nicchia ecologica sul pianeta, per "creare" nuovi alimenti, sostenibili e di qualità. È l'obiettivo di Circles, nuovo progetto europeo coordinato dall'Università di Bologna che per il cibo del futuro scommette su batteri, virus e funghi.
Premiato dalla Commissione europea con un finanziamento da 10 milioni di euro nell'ambito del programma Horizon 2020, Circles è coordinato dall'ateneo bolognese che in questi giorni ospita l'incontro per l'avvio del progetto. L'Università di Bologna sarà alla guida di un vasto consorzio di 30 partner provenienti da 14 Paesi europei. L'obiettivo è la creazione dei cosiddetti "Smart Microbiome Food Products", nuovi alimenti a base di ortaggi, carne e pesce nati da sistemi alimentari in cui i microbiomi di animali e piante saranno ottimizzati per realizzare in modo sostenibile prodotti di qualità superiore.
Il progetto risponde alla sfida di produrre cibo sufficiente, con minor impatto sull'ambiente, per una popolazione mondiale che si stima arriverà a circa 9,7 miliardi di persone nel 2050.
Secondo i ricercatori bolognesi una delle strade più promettenti per arrivare a questo risultato sta nel potenziale metabolico dei microbiomi (batteri, virus, funghi). Nel corso del progetto, che durerà cinque anni, saranno studiate e migliorate filiere alimentari già esistenti e si sperimenteranno soluzioni su sei sistemi alimentari ritenuti strategici per il mercato europeo: gli ortaggi (pomodori e spinaci), l'allevamento intensivo (polli e suini), l'acquacoltura e la pesca (l'orata nel Mediterraneo e il salmone nell'Atlantico).