"Aver abrogato l'obbligo di indicazione dello stabilimento d'origine in etichetta a livello comunitario e poi averlo reinserito con un provvedimento esclusivamente nazionale non applicabile ai prodotti alimentari fabbricati fuori Italia e mandati sugli scaffali del nostro paese è un grosso passo indietro che penalizza i produttori italiani e inganna i nostri consumatori". Così Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, commenta all'ANSA l'obbligo di indicare la sede dello stabilimento produttivo in etichetta deciso dal Consiglio dei ministri.
"Come sosteniamo da sempre - prosegue Scordamaglia - queste battaglie di trasparenza più che legittime vanno vinte a Bruxelles, altrimenti un qualsiasi imprenditore tedesco o francese con una semplice ragione sociale a qualsiasi titolo nel nostro paese può spacciarsi per italiano (senza obbligo di indicare la sede di produzione) con gravi danni per tutto il nostro sistema". "Ancora una volta - conclude Scordamaglia - assistiamo a scorciatoie nazionali che finiscono con l'assecondare l'operato di una commissione europea pavida e inadempiente e responsabile della frammentazione del mercato unico". (ANSA)