ROMA - L'etichetta d'origine obbligatoria da oggi per latticini e formaggi "è un traguardo storico per il nostro Paese che ci consente di creare un nuovo rapporto tra produttori e consumatori. Siamo da sempre in prima linea nella costruzione di politiche di massima informazione e trasparenza nei confronti di chi acquista prodotti agroalimentari e questa scelta lo dimostra. Una sperimentazione che ora auspichiamo possa trasformarsi in uno standard europeo". E' quanto afferma in una nota il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina sottolineando che "i cittadini devono essere informati per poter scegliere consapevolmente cosa mettere a tavola. Questo vuol dire tutelare il Made in Italy, il lavoro dei nostri allevatori e fa crescere una vera e propria cultura del cibo. La nostra battaglia in Europa quindi non finisce qui. Andiamo avanti collaborando ancora con la Commissione per rafforzare sempre più gli strumenti a disposizione e affermare così un modello distintivo di qualità ed eccellenza".
Le nuove regole per le etichette riguardano l'origine del latte e dei derivati e si applicano quindi al "latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale". Le diciture utilizzate sulle confezioni "in modo chiaro, visibile e facilmente leggibile", spiega il ministero, saranno: "Paese di mungitura", "Paese di condizionamento o trasformazione" del latte, e, se si tratta di un prodotto totalmente italiano, "Origine del latte: Italia". A seconda dei casi, sarà anche indicato se il latte è stato munto, condizionato o trasformato in "Paesi Ue", oppure in "Paese non Ue". Da questi obblighi, ricorda infine il ministero delle Politiche agricole, "sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi all'origine e il latte fresco già tracciato".
Coldiretti, 2 buste su 3 già in regola con etichetta
Mentre entra in vigore l'etichetta di origine obbligatoria, due confezioni di latte a lunga conservazione su tre sono già in regola con la nuova etichetta di origine che consente di smascherare il latte straniero spacciato per italiano. E' quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti che ha raccolto i campioni di latte in vendita nei principali supermercati e negozi italiani. "La situazione - sottolinea la Coldiretti - è più variegata per yogurt e formaggi anche perché il provvedimento prevede che sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte con il sistema di etichettatura precedente anche per tenere conto della stagionatura".
Moncalvo, Italia è il primo importatore mondiale di latte
"L'Italia è il più grande importatore mondiale di latte" e "fino ad ora dalle frontiere italiane passano ogni giorno 24 milioni di litri di "latte equivalente tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare fino ad ora magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all'insaputa dei consumatori". E quanto afferma in una nota il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, secondo cui "con l'etichettatura di origine obbligatoria per il latte a lunga conservazione e dei suoi derivati si realizza un altro passo importante nella direzione della trasparenza dell'informazione ai consumatori in una situazione in cui però un terzo della spesa degli italiani resta anonima".
Cia, ok etichetta ma risolvere i nodi con misure Ue
''Sicuramente si tratta di un primo passo importante sulla strada della trasparenza delle produzioni made in Italy, ma non la panacea alle problematiche del comparto lattiero-caseario per le quali occorre puntare su misure Ue, tanto più che il decreto italiano non ha un quadro normativo analogo in sede europea''. Commenta così la Cia-Agricoltori Italiani l'obbligo di indicare in etichetta l'origine della materia prima per il latte e i prodotti lattiero-caseari. ''Questa novità - precisa l'organizzazione agricola - non deve distrarre dalla questione principale che è quella di dare certezze alla filiera in termini di regole lungimiranti e condivise per commercializzazione e mercato e comunque orientate verso un reddito equo per chi produce. Anche perché il quadro di riferimento del mercato - conclude - deve essere quello globale e non chiuso nelle logiche dei confini nazionali''.
Confagri, passo avanti per acquisti consapevoli
''Il provvedimento è un passo importante per dare ai nostri consumatori ulteriori elementi informativi per effettuare acquisti con consapevolezza''. Lo afferma il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, commentando l'entrata in vigore dell'obbligo di introdurre in etichetta l'indicazione dell'origine per i prodotti lattiero caseari in Italia. ''Finalmente c'è piena trasparenza - sottolinea Giansanti - e si permette di valorizzare il made in Italy, in ossequio alle migliori tradizioni che ci fanno riconoscere nel mondo come eccellenza''. Confagricoltura precisa che solamente per i prodotti con latte munto, condizionato e trasformato in Italia, si potrà scrivere in etichetta 'Origine del latte: Italia'. Se non c'è questa dicitura, vuol dire che almeno una fase del processo non è stata fatta nel nostro Paese.
Oliverio, tracciabilità latte grande risultato
"Scatta l'obbligo di etichetta di origine del latte . Un passo significativo nella lotta contro la contraffazione e contro la vendita ingannevole dei prodotti". Lo afferma Nicodemo Oliverio del Pd. "Se ancora la strada da percorrere per arrivare alla totale trasparenza sulla provenienza dei nostri cibi è lunga, siamo però soddisfatti di aver raggiunto questo risultato. L'etichetta sul latte da è un fatto concreto. Un vera carta di identità del nostro made in Italy che segnerà la tracciabilità dei nostri prodotti. Poi toccherà al grano per il quale abbiamo già l'ok dall' Europa. Ed è di pochi giorni - rileva Oliverio - fa l'impegno del ministro Martina per l'etichetta sul riso italiano. Tre prodotti base della nostra dieta che sono solo la porta aperta verso un nuovo modo di concepire il cibo. Da oggi non si può tornare più indietro ma solo progredire. E la scommessa ulteriore deve essere mettere sulla bottiglia tutte le informazioni utili che fanno la differenza, per esempio tra il latte che proviene dai pascoli e quello che viene prodotto negli allevamenti intensivi dei paesi comunitari", conclude.