(ANSA) - ROMA - "Il turismo dell'olio è finalmente tra le priorità del governo". Il presidente dell'Associazione nazionale Città dell'Olio Enrico Lupi commenta così l'approvazione dell'emendamento alla Legge di Bilancio 2020, attraverso il quale si realizzerebbe la sostanziale equiparazione tra le attività di oleoturismo e quelle di enoturismo, permettendo ai produttori di olio di beneficiare degli stessi incentivi di cui beneficiano i produttori di vino.
Se la Legge di Bilancio 2020 - attualmente in discussione al Senato dovesse passare anche alla Camera dei Deputati entro il 31 dicembre, dal 1° gennaio 2020 le disposizioni relative all'attività di enoturismo sarebbero estese anche alle attività di oleoturismo. Per i produttori delle Città dell'Olio, sottolinea Lupi, ''l'approvazione delle disposizioni già in essere per l'enoturismo, rappresenta una grande opportunità, un incentivo concreto per strutturare un'offerta turistica integrata legata anche alle piccole produzioni".
Secondo l'emendamento, le attività di "oleoturismo" sono tutte quelle di conoscenza dell'olio d'oliva espletate nel luogo di produzione, e consistono: nelle visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell'ulivo; nella degustazione e nella commercializzazione delle produzioni aziendali dell'olio d'oliva, anche in abbinamento ad altri alimenti; in iniziative a carattere didattico e ricreativo nell'ambito dei luoghi di coltivazione e produzione. Entrando nel merito dell'emendamento, dal 1° gennaio 2020, le disposizioni di cui all'art. 1, commi da 502 a 505 della legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio 2018) - relative all'attività di enoturismo si applicano anche alle attività di "oleoturismo".
La disciplina prevede l'estensione ai produttori agricoli che svolgono attività di enoturismo della determinazione forfettaria del reddito imponibile, ai fini Irpef, con un coefficiente di redditività del 25 per cento e, a talune condizioni, un regime forfettario dell'Iva.(ANSA).