La rivoluzione è tutta made in
Italy, come le torrefazioni scelte per il prodotto. Si tratta
delle capsule del caffè che, da oggi, abbandonano la confezione
tradizionale e diventano compostabili con la possibilità di
gettarle nell'umido.
La novità è pronta a sbarcare al 40/o Salone Internazionale
Gelateria, Pasticceria, Panificazione Artigianali e Caffè
(Sigep) in programma a Rimini dal 19 al 23 gennaio. Si tratta
della linea Maranello BIO, che prende il nome dal territorio di
produzione e fa il verso alla Formula 1, pensata dalla 101
Caffè, marchio con sede a Milano e nato nel 2010 da un'
intuizione di Umberto Gonnella, 53 anni, fondatore e ad della
società.
"Uno dei problemi della capsule - spiega Gonnella all'ANSA -
è la barriera tra la miscela e l'aria. Barriera necessaria per
non rovinare il prodotto. Siamo riusciti a creare questa
barriera e tutte le parti che la compongono con materiale
compostabile". Per un cambio totale nel mondo di tutte le
capsule ci vorranno 4-5 anni. "Da considerare anche - dice
ancora Gonnella - che la capacità e la velocità di produzione
delle capsule compostabili è ridotta anche della metà rispetto a
quella delle capsule tradizionali, ma già tra 6-8 mesi la
produzione sarà in grado di risolvere questi problemi tecnici".
Lo scorso anno 101 Caffè ha erogato 50 milioni di capsule. La
parola d'ordine è made in Italy. Le torrefazioni sono
esclusivamente sul territorio nazionale e sono distribuite in
varie regioni. Ora in Lombardia, Piemonte, Veneto, Sicilia,
Campania, Marche ed Emilia Romagna.
Classe '66, Umberto Gonnella, a capo di una quotata azienda
informatica, ha creato il marchio dopo un 'litigio' con la mamma
Anna Maria, originaria di Osimo, in provincia di Ancona, sulla
provenienza di un caffè che la mamma credeva erroneamente
arrivare da torrefazione italiana. "Da lì, come una sfida -
racconta Gonnella - ho voluto riportare aria, acqua e
specificità locali, insomma, questa italianità all'interno di un
format commerciale".
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