Il Bianchello del Metauro Doc si prepara alla svolta bio. La Doc marchigiana, che nel 2019 ha celebrato i suoi primi 50 anni di Denominazione controllata, vanta una filiera virtuosa che opera assecondando i ritmi della terra. Protagoniste sono le nove cantine collocate nelle colline di Pesaro e Urbino che hanno dato vita al progetto "Bianchello d'autore", con il sostegno dell'Istituto Marchigiano di Tutela vini. "Il percorso biologico - spiegano i produttori - rappresenta una scelta etica che pone al centro la sostenibilità ambientale, la viticoltura di qualità e il rispetto del consumatore: principi cardine per affrontare le sfide del futuro. L'agricoltura bio offre, inoltre, margini di crescita e sviluppo su mercati esteri, dove il consumatore è attento e sensibile a prodotti puliti e di qualità", aggiungono. Guardare al futuro - viene spiegato - è fondamentale soprattutto in un'annata difficile, a causa del Covid, per i consumi anche del vino. Ma non per il Bianchello del Metauro Doc, che sta per chiudere il 2020 con un bel segno più sulla produzione di qualità. Al 14 ottobre si attestava su un totale di 1 milione di litri di vino contro gli 800 mila litri del 2019: segnando un incremento del 20% rispetto all'annata passata. "Questi dati - commentano ancora i produttori - significano che si sta lavorando nella direzione giusta in un periodo particolarmente difficile, ma le cantine sono aperte e siamo pronti per la ripartenza, fiduciosi di lavorare di nuovo con clienti stranieri. Stiamo facendo investimenti strutturali sia nella logistica che in cantina attraverso l'e-commerce".
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