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Chianti, buone attese per 2019, +7% vendite a gennaio

Continuano sforzi commerciali in Asia, torniamo in Giappone

Redazione ANSA FIRENZE

(ANSA) - FIRENZE - "Il 2019 lo affrontiamo con buone speranze e nel primo mese dell'anno siamo partiti con una crescita del 7% delle vendite. Stiamo partendo alla grande, i nostri sforzi commerciali continuano in Asia e quest'anno torniamo in Giappone perché da poche settimane c'è stato un abbassamento dei dazi e questo porterà nuove vendite. Andremo poi in Vietnam che è un paese che sta crescendo". Lo ha detto il presidente del consorzio del Chianti, Giovanni Busi, a margine di 'Chianti Lovers', anteprima delle nuove annate che si apprestano a essere messe in commercio, in corso alla Fortezza da Basso di Firenze.

A causa della vendemmia 2017, che è stata eccezionalmente scarsa a causa del clima siccitoso, "abbiamo perso il 40% della produzione - ha osservato Busi -. E' un'annata da dimenticare, nel 2018 abbiamo recuperato parte delle perdite ma non siamo ancora arrivati alla produzione piena perché alla vendemmia dell'anno scorso è mancato ancora un 10%. Il 2018 lo abbiamo chiuso con un -3% di imbottigliato, su mercati importanti come la Germania le perdite sono state più importanti, a doppia cifra, ma abbiamo recuperato grazie ai mercati emergenti come l'Asia o il Sudamerica. Vuol dire che lo sforzo fatto dal consorzio in questi anni in termini di promozione sui mercati esteri paga".

Buti ha poi parlato dei vitigni resistenti spiegando che "sono la svolta biologica ma dobbiamo" poterli provare "così da sapere se vanno bene per i nostri vini. E non basta un solo vitigno sperimentale in un solo luogo. La Regione ci deve dare velocemente l'autorizzazione per sperimentare questi vitigni e lo Stato, attraverso il Mipaf, deve permetterci di inserirli anche nelle denominazioni perché oggi non sono autorizzati. La sperimentazione in campagna è lunghissima ed è inutile bloccare lo sviluppo solo per un fatto ideologico".

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