(di Marisa Alagia)
Per il turismo enogastronomico, la
scelta di una destinazione basata sulla ricerca del buon cibo e
del buon vino, gli italiani prediligono mete nazionali, al top
delle quali Sicilia e Toscana. Il settore ha registrato un
incremento del 48% in un anno e coinvolge il 45% dei turisti
italiani. E' quanto emerge dal Rapporto sul Turismo
Enogastronomico italiano, la cui seconda edizione, sotto la
supervisione della World Food Travel e dell'Università degli
studi di Bergamo, e con il patrocinio del ministero delle
Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di Enit
e Touring Club Italiano, è stata presentata oggi.
L'identikit del viaggiatore goloso descrive persone sposate
(o conviventi), che provengono da tutto il Paese, ma in
particolare dall'Italia meridionale, dove il dato arriva al 52%.
Questo segmento turistico interessa in modo trasversale tutte le
generazioni, soprattutto i Millennials (con un incremento di
interesse dell'86%). Ma anche il 98% dei turisti cosiddetti
generalisti non disegna un'esperienza enogastronomica, che in
termini pratici significa per l'82% visitare un mercato locale,
per il 72% andare in bar o ristoranti storici, per il 62%
visitare i luoghi di produzione e per il 56% le cantine. Il 92%
dei turisti enogastronomici preferisce l'Italia (in particolare
Toscana, Sicilia, Emilia Romagna). Di questi, solo il 17% è
stato anche all'estero (destinazioni preferite Spagna e
Francia).
Ma anche all'estero le attrattive enogastronomiche locali
sono un fatto consolidato, al punto che gli operatori verso
l'Italia (soprattutto tedeschi e americani) inseriscono nella
propria offerta pacchetti a tema. Con preferenza per Toscana e
Piemonte. "Dalle analisi emerge che ci sono ancora spazi di
miglioramento, sia in termini di organizzazione sia di
fruibilità - ha detto il curatore del rapporto Roberta Garibaldi
- Parliamo di un patrimonio con molte potenzialità".
"La grande varietà dei nostri paesaggi e la loro storia - ha
confermato Franco Iseppi, presidente del Tci - moltiplica
pressoché all'infinito le opportunità del racconto del cibo che
spesso è una delle porte di accesso più immediate a un
territorio". Dall'indagine è emerso anche un particolare
desiderio: il 68% vorrebbe che l'Italia avesse un museo dedicato
alla sua ricchezza enogastronomica.
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