PALMIRA - Il vasto sito archeologico di Palmira, gravemente danneggiato dall'Isis, ma ''non polverizzato'', potrà essere ricostruito quasi nella sua totalità. A parlare è l'archeologo Paolo Matthiae, fra i maggiori esperti al mondo, secondo cui larga parte delle rovine potrà essere recuperata anche con restauri tradizionali. Intervenuto alla presentazione della mostra 'I volti di Palmira ad Aquileia, allestita dal 2 luglio al 3 ottobre negli spazi del Museo Archeologico Nazionale della città friulana, lo scopritore di Ebla ha rivelato che le autorità siriane hanno iniziato a compiere ''un attentissimo rilevamento dei crolli'', in quanto le prime analisi in merito hanno mostrato che le esplosioni dell'Isis ''non hanno polverizzato'' quelle antiche vestigia e sono rimaste molte pietre che potranno essere riutilizzate. Per fare gli iniziali accertamenti è stata chiamata un ditta francese, ma anche l'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro italiano ha già dato prova di importante collaborazione, restaurando due sculture danneggiate, esposte a una mostra al Colosseo e, una volta conclusasi, prontamente restituite alla Siria. Un buon esempio di comportamento che anche la Francia è stata costretta a seguire, ha aggiunto Matthiae, dopo che aveva trattenuto per l'acuirsi della crisi politica siriana alcuni reperti allestiti in una mostra parigina.
''Il sito archeologico di Palmira è un un campo di rovine di grandissima estensione e solo il 20-30% è danneggiato gravemente, purtroppo si tratta di eccellenze, come il tempio di Bel, mentre l'Arcata Trionfale si rimetterà su - ha concluso l'archeologo - Ad ogni modo, sia con i metodi tradizionali sia con l'uso di avanzate tecnologie ripristinare il sito anche al 98% potrà essere possibile''.
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