CATANZARO - Sono molte le persone che non sanno che Dalida, icona della musica europea del XX secolo, in realtà era italiana, precisamente di Serrastretta, un comune di 3.247 abitanti in provincia di Catanzaro.
Iolanda Cristina Gigliotti, questo era il suo nome, era nata in Egitto, ma i suoi nonni erano calabresi ed avevano lasciato la loro terra, come milioni di migranti dopo di loro, nel 1893 portando con sé la famiglia e una valigia carica di tradizioni, sapori, suoni e melodie dalla Calabria. Costumi che la piccola Iolanda ha respirato come tutti i calabresi lontani da casa. La fama che l'ha resa la grande Dalida è arrivata dopo.
I nonni, i genitori e anche lei, come tutti gli italiani residenti all'estero, hanno mantenuto nel tempo un legame con le proprie radici, non solo affettivo, ma anche culturale e burocratico. Dalida, infatti, anche dopo il trasferimento in Francia, mantiene la cittadinanza italiana e diventa francese, con doppia cittadinanza, solo con il matrimonio con Lucien Morisse nel 1961. Il legame con le sue origini, dunque resta sempre molto forte. E proprio il matrimonio lo rende evidente.
Tutti gli atti ufficiali dell'anagrafe della sua famiglia, nascite, morti, matrimoni sono stati trasmessi al Comune di Serrastretta e il matrimonio di Iolanda, cittadina serrastrettese, con Lucien, non fa differenza.
"Il sindaco dell'epoca, Giuseppe Menotti - racconta l'attuale primo cittadino, Felice Molinaro - riceve una telefonata dalla segretaria di Dalida, che gli chiede di affrettare l'affissione delle pubblicazioni per accelerare le pratiche matrimoniali della cantante". Per chi si domandasse "Cosa c'entra Dalida con la Calabria?", dunque, la risposta è chiara: Dalida era calabrese sotto tutti i profili, anche legali. Indimenticabile la visita a Serrastretta. Come se Madonna negli anni '80 avesse fatto visita a Pacentro. La cantante decide di inserire una tappa catanzarese extra di beneficenza nel suo tour italiano, proprio per recarsi per la prima volta nel paese che aveva dato i natali ai suoi cari. Qui incontra i suoi cugini ed una prozia ancora in vita, suona il tamburello e abbraccia la squadra di calcio che porta il suo nome.
La tanto idolatrata Dalida, la prima donna a vincere il disco di platino e per la quale fu creato il disco di diamante, calca il palcoscenico del teatro Comunale. Tutti i giornali ne parlano. E al momento della partenza da Sant'Eufemia, le lacrime alla stazione scorrono a fiumi, tanto che a pochi giorni dalla chiusura della tournée, Dalida scrive al sindaco. "Vorrei esprimervi nuovamente tutta la gioia che ho provato nel conoscere il paese della mia famiglia - afferma la cantante - e ringraziarvi per l'accoglienza così calorosa ed entusiastica che mi avete riservato. Mai dimenticherò l'emozione provata nel trovarmi in mezzo a tutti voi e vi prego di trasmettere, tanto ai miei cugini che a tutti gli abitanti di Serrastretta, i ringraziamenti che provengono dal profondo del mio cuore".
Serrastretta rappresenta quindi le radici del cuore, di sangue, di lingua e di cultura di Dalida. A 30 anni dalla sua scomparsa sarà costruito con il contributo della Regione anche un auditorium che porterà il suo nome in quel piccolo centro del Reventino che Dalida voleva tanto sostenere anche economicamente specie favorendo i giovani.
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