NUORO - Quattro decenni di analisi antropologica e paesaggistica della Sardegna - a partire dagli anni settanta - raccontati attraverso la fotografia. E' la prima grande mostra in un museo italiano dedicata al fotografo di Cesena Guido Guidi, uno dei più significativi protagonisti della fotografia italiana del secondo Dopoguerra, e che sarà ospitata al Museo Man di Nuoro dal 21 giugno al 20 ottobre. Foto che testimoniano la profonda relazione di Guidi con il territorio sardo che ha ripreso per la prima volta nel 1974 e successivamente nel 2011. La mostra è curata da Irina Zucca Alessandrelli e coprodotta dal Man in collaborazione con l'Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna (Isre).
"Le opere esposte, ristampate dall'artista in occasione della mostra, sono documentate in un catalogo in tre volumi in cofanetto pubblicato da MACK Books, editore londinese di fotografia contemporanea d'autore", ha spiegato la curatrice della mostra Irina Zucca Alessandrelli. "L'esposizione costituisce a un tempo, un racconto antropologico e paesaggistico dei cambiamenti occorsi nell'isola nel corso di quattro decenni e un percorso di ricerca sul medium della fotografia, che pone in dialogo immagini in bianco e nero degli anni Settanta e opere a colori degli anni duemila", ha aggiunto.
Guidi, che si è formato a Venezia dove ha studiato architettura e disegno industriale allo IUAV, dopo gli studi si è dedicato in modo continuativo alla fotografia, rivolgendo la sua ricerca ai temi del paesaggio contemporaneo e delle sue trasformazioni. A partire dagli anni Ottanta, è chiamato a partecipare a progetti di ricerca sulla trasformazione della città e del territorio, tra le quali si ricordano l'indagine sulla città diffusa del Veneto compresa tra Venezia, Padova e Treviso (dal 1982), l'Archivio dello Spazio della Provincia di Milano (1991), le indagini sull'edilizia pubblica dell'Ina-Casa (1999), quelle per Atlante Italiano (2003) e la campagna fotografica per la regione Marche (2009).
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