Come a Palermo, anche a Bologna ci sono degli indagati per presunte irregolarità nella raccolta firme a sostegno del Movimento 5 Stelle: l'inchiesta ipotizza a carico di quattro persone la violazione di un articolo della legge elettorale in occasione delle Regionali 2014, un fascicolo nato da un esposto di due militanti. Tra i quattro indagati c'è anche Marco Piazza, vicepresidente del Consiglio comunale.
Ai quattro indagati è contestata la violazione dell'articolo 90 comma 2 del Dpr 570 del 1960. Piazza sarebbe chiamato in causa in qualità di 'certificatore', insieme ad un suo collaboratore e ad altre due persone. Tra le contestazioni, nel fascicolo del Pm Michela Guidi che ha coordinato le indagini dei Carabinieri di Vergato, c'è quella di aver autenticato firme non apposte in loro presenza oppure in luogo diverso rispetto al requisito di territorialità, oppure in mancanza della qualità del pubblico ufficiale.
Intanto sono partiti i primi inviti a comparire per alcuni indagati a Palermo, in questo caso per presunte firme false M5s alle comunali del 2012. Secondo indiscrezioni una serie di indagati avrebbe concordato con i Pm la data dell'interrogatorio prima ancora dell'invito a comparire. L'atto rappresenta anche l'avviso di garanzia per il reato previsto dal testo unico sugli enti locali. Sono dieci gli indagati dalla Procura di Palermo per le firme false per la presentazione delle liste dei Cinque Stelle alle comunali del 2012. Si tratta dei deputati nazionali Riccardo Nuti e Claudia Mannino, i parlamentari regionali siciliani Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca, gli attivisti Samanta Busalacchi, Giuseppe Ippolito, Stefano Paradiso e Francesco Menallo, il cancelliere del tribunale Giovanni Scarpello e un decimo esponente che avrebbe avuto un ruolo minore nella vicenda.
Grillo, chi sbaglia via - "Venerdì verrà votato online il collegio dei probiviri, organo di garanzia del Movimento 5 Stelle previsto dal regolamento approvato online dalla stragrande maggioranza degli iscritti, che ha facoltà di disporre la sospensione cautelare dell'iscritto. Nel MoVimento chi sbaglia va via, senza sconti". Lo annuncia il M5S in un post sul blog di Beppe Grillo. "Siamo gli unici a farlo. Negli altri partiti, su tutti il Pd, le falsità, le condanne, gli sprechi sono la chiave per fare carriera politica", si legge.
Vanno verso l'autosospensione gran parte degli esponenti M5S che risultano indagati nell'ambito dell'inchieste sulle firme false di Palermo e su quelle irregolari di Bologna. E' quanto si apprende da fonti vicine ai vertici M5S che sottolineano come, per quanto riguarda il caso bolognese, il vicepresidente del Consiglio comunale Marco Piazza ha già dato la sua disponibilità ad autosospendersi. A breve, si spiega, ci sarà un colloquio tra lo stesso Piazza e il garante delle regole del M5S Beppe Grillo.
"Quattro indagati per le firme false a Bologna, sommati con quelli di Palermo sono dodici. Allora è un metodo, si chiama Grillopoli", dice in un tweet la vice capogruppo del PD alla Camera Alessia Morani.
"Questa è l'ennesima conferma che nel M5S la trasparenza è soltanto una parola priva di significato, usata solo a fini di propaganda. I dipendenti della Casaleggio Associati non hanno nessuna credibilità quando parlano di rispetto delle regole e di difesa della democrazia in quanto violano, ripetutamente, le regole più elementari che ne sono alla base", ha detto Marco Di Maio dell'ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera.