Non si può procedere penalmente nei confronti dei gestori della pagina Facebook delle maschere bianche contro i presunti padroni sfruttatori di Bologna: non si riesce ad arrivare a una identificazione e occorrerebbe una rogatoria per chiedere informazioni al social network, ma non è possibile perché negli Stati Uniti il fatto in questione non è previsto come reato. Su queste basi la Procura bolognese, con il Pm Bruno Fedeli, ha chiesto l'archiviazione del fascicolo per diffamazione nato dalla denuncia di un barista della zona universitaria, finito nel mirino del gruppo Fb chiamato 'Il padrone di merda'.
Lo spazio social, riconducibile a esponenti di collettivi, raccoglie segnalazioni e pubblica immagini e video delle azioni contro i 'padroni', blitz che recentemente hanno trovato spazio anche sul Guardian. Intanto però l'avvocato Gabriele Bordoni, difensore del barista, si è opposto all'archiviazione, chiedendo di ipotizzare anche l'istigazione a delinquere.