BOLOGNA, 19 SET - Il sindaco di Bibbiano va al contrattacco. Andrea Carletti ha raccolto in una querela presentata alle forze dell'ordine 147 fra post e mail dal contenuto offensivo o minatorio nei suoi confronti. Dal giorno in cui è ai domiciliari, il 27 giugno, il primo cittadino del Pd, ora sospeso, è infatti finito nel mirino di una moltitudine di haters che lo hanno attaccato con "commenti barbari", spiega l'avvocato Giovanni Tarquini, che lo tutela insieme al professor Vittorio Manes. Un'ondata di odio online scatenata anche, secondo la difesa, da un post che Luigi Di Maio, all'epoca vicepremier, pubblicò il giorno dell'ordinanza di custodia cautelare: Carletti in fascia tricolore e la scritta 'il sindaco del Pd che faceva affari coi bambini'.
Il legale precisa che il sindaco "non ha preso un'iniziativa di questo tipo per limitare la libertà d'opinione e espressione in cui lui per primo crede, ma ha voluto portare davanti all'autorità giudiziaria cose che costituiscono un reato". La querela risale al 12 agosto, ma è emersa soltanto oggi, poche ore prima dell'arrivo di una prima buona notizia giudiziaria per l'esponente dem, cioè il rigetto di un ricorso della Procura di Reggio Emilia su un'ulteriore misura cautelare. Si parla di un'imputazione di abuso di ufficio, condivisa con altri quattro indagati tra cui la responsabile del servizio sociale dell'Unione Val d'Enza, Federica Anghinolfi - una delle figure centrali nell'inchiesta - per cui il Gip non aveva ravvisato gravità indiziaria. Al centro di questa accusa c'era l'affidamento di incarichi legali e il tribunale della Libertà di Bologna, sciogliendo la riserva dopo l'udienza del 6 settembre, ha confermato la decisione del Gip.
E' invece attesa nei prossimi giorni la pronuncia dello stesso tribunale bolognese dopo il ricorso che i difensori di Carletti hanno presentato contro i domiciliari. Nel filone principale dell'inchiesta 'Angeli e Demoni' Carletti risponde di abuso d'ufficio e falso, reati che non riguardano i presunti abusi terapeutici sui minori. E' in pratica accusato di aver dato copertura ad attività illecite. Avrebbe ad esempio omesso di effettuare una procedura ad evidenza pubblica per l'affidamento del servizio di psicoterapia, avente un importo superiore a 40mila euro. Procurando "intenzionalmente" insieme a altri indagati un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel", la onlus piemontese riferibile a Claudio Foti. Già a inizio luglio aveva chiesto la revoca degli arresti domiciliari, ma il Gip di Reggio Emilia li aveva confermati. Sempre in quei giorni era arrivata per lui la sospensione dalla carica di sindaco da parte del prefetto e lui stesso, poco dopo, si era autosospeso dal Partito Democratico "in ragione di quanto previsto dallo statuto".