Anche dopo il ritrovamento dell'opera, quello del 'Ritratto di Signora' di Klimt rubato e poi ritrovato a Piacenza, resta un giallo. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano locale Libertà, nel 2015 sarebbe stata pagata una ricompensa a un piacentino che aveva avviato una trattativa con i carabinieri sostenendo di poter fornire informazioni utili per ritrovare il dipinto.
A pagare sarebbe stata la Banca di Piacenza e a confermare la notizia è stato il presidente onorario dell'istituto di credito Corrado Sforza Fogliani, che però non ha precisato l'entità della somma. Un altro mistero ruota intorno ai due piacentini, entrambi pregiudicati, che nei giorni scorsi si sono autoaccusati del furto con una lettera al quotidiano Libertà. Oggi si apprende che i due starebbero per finire in carcere per un cumulo pene giunto al giudizio di Cassazione e relativo a vecchi reati.
Entrambi erano componenti della cosiddetta 'banda del grimaldello bulgaro', che mise a segno decine di furti tra Piacenza e province limitrofe. Venerdì scorso la Cassazione ha confermato le sentenze di secondo grado e reso definitive le condanne. Uno dei due deve scontare 7 anni e due mesi (in primo grado fu condannato a 14 anni), l'altro 4 anni e 8 mesi (contro gli 8 anni e 8 mesi del primo grado).
Dopo aver inviato la lettera a Libertà nella quale si ascrivevano il merito di aver restituito il quadro, entrambi sono stati ascoltati dagli investigatori della squadra mobile di Piacenza. La Procura della Repubblica ha confermato che vi è un'indagine in corso sul Klimt senza però precisare se a loro carico o meno, ma spiegando che vi sono due piste investigative. Il reato ipotizzato è quello di ricettazione poiché il reato di furto è invece ampiamente prescritto.