"Permettetemi, da questo luogo, di pregare per tutti i morti, come disse don Mazzolari: indipendentemente dall'abito, dalla divisa e dalla parte stessa in cui si sono collocati. Sono tutte creature che hanno bisogno della misericordia di Dio, della nostra preghiera, del nostro affetto".
Così l'arcivescovo Matteo Zuppi ha concluso l'omelia della Messa che ha celebrato nel Cimitero di guerra polacco a San Lazzaro di Savena (Bologna). Insieme a lui don Tomasz Klimczak, cappellano della comunità cattolica polacca di Bologna I soldati polacchi furono i primi militari alleati ad entrare a Bologna il 21 aprile 1945; questo cimitero, con 1432 tombe, è il più grande dei quattro dei soldati polacchi caduti in Italia e accoglie le spoglie dei militari che caddero combattendo per la liberazione della città.
"Da questi cimiteri di guerra - ha detto ancora l'arcivescovo - vogliamo recarci spiritualmente in pellegrinaggio in tutti i luoghi che custodiscono quanti hanno dato la vita per mettere fine al secondo conflitto mondiale. Il male non è mai sconfitto del tutto. Quando non si sceglie con convinzione la via della pace e della giustizia siamo tutti più deboli e il mondo è in pericolo. La desolazione di questo campo ci impone di non dimenticare il loro testamento di pace e di scegliere la vita di ogni persona e di scegliere l'arte della tenacia e dell'incontro. Siamo figli di un Dio che chiede a tutti di amore i nemici e di combattere il male con l'amore. La guerra è la pandemia perché scatena tutti i virus del male. Siamo qui ad ascoltare il testamento che ci lasciano".
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