Dalla partecipazione, come soldato volontario, alla prima guerra mondiale, spinto dal "sacro dovere di partecipare alla lotta per quegli ideali che già diedero la libertà agli ebrei italiani", all'amarezza per le leggi razziali e alla tragica fine ad Auschwitz. E' dedicata alla storia di Silvio Magrini, già presidente della comunità ebraica ed esponente di una delle famiglie ebraiche più antiche di Ferrara, l'esposizione in tre bacheche che il Comune di Ferrara, con l'Istituto di storia contemporanea, ha realizzato a palazzo Ducale, in vista del 4 novembre, giornata dell'unità nazionale e delle Forze armate (che quest'anno si terrà in forma ridotta a causa delle limitazioni anti-Covid).
Si tratta di alcuni estratti di una mostra che si intende realizzare il prossimo anno. I documenti di Magrini sono dell'archivio dei nipoti Andrea e Silvia Pesaro. L'esposizione è curata dal professor Giorgio Rizzoni, collaboratore dell'Istituto. Vi si trovano, tra le altre cose: i testamenti del 1915 e del 1942, le lettere dal fronte alla famiglia (Magrini partì volontario come tenente del Genio prima in Friuli poi sul Monte Grappa), le foto.
"Accanto alla conoscenza della storia e al doveroso tributo ai caduti e alle nostre forze armate, è fondamentale che tutte le generazioni conoscano la storia di Silvio Magrini e degli ebrei ferraresi che partirono volontari, parte integrante della storia locale e nazionale che deve essere messa in luce, soprattutto in occasione della ricorrenza del 4 novembre - dice il sindaco Alan Fabbri - Per questo abbiamo dedicato loro alcuni spazi in Comune, con l'obiettivo di allestire nel 2021 una mostra dedicata".
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