L'avvocata di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna in carcere al Cairo, Hoda Nasrallah, ha dichiarato di essere ancora in attesa della decisione della procura dopo l'udienza di ieri sul rinnovo o meno della custodia cautelare del giovane. La legale ha inoltre denunciato l'assenza di funzionari in procura, cosa che rende impossibile conoscere l'esito dell'udienza.
L'udienza si è tenuta ieri, 17 gennaio. La carcerazione potrebbe essere rinnovata di altri 45 giorni o potrebbe invece essere ordinata la scarcerazione dello studente 29enne ormai in carcere da un anno con accuse che vanno dalla propaganda sovversiva al terrorismo.
"La speranza è che 11 mesi e mezzo di detenzione arbitraria, illegale, per i giudici egiziani possano essere sufficienti", commenta all'ANSA Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. "La cosa che consola - sottolinea - è che abbiamo la certezza che Zaki è perfettamente consapevole dell'enorme mobilitazione che c'è in Italia, compresa la cittadinanza onoraria di Bologna. Ci auguriamo che questo rafforzi il suo umore e tenga accesa la sua speranza".
All'udienza ha assistito, come ad altre precedenti, un funzionario dell'ambasciata italiana al Cairo insieme ad altri diplomatici, delle ambasciate francese, olandese e canadese. I funzionari si sono recati al tribunale su iniziativa italiana, nell'ambito del meccanismo di monitoraggio processuale dell'Unione Europea. Il caso Zaki è al momento l'unico attivamente monitorato da un gruppo di Paesi, e ciò sempre per iniziativa dell'ambasciata italiana al Cairo, mentre il meccanismo di monitoraggio nel suo complesso rimane momentaneamente sospeso a causa del Covid.
I quattro diplomatici hanno potuto vedere Patrick Zaki e salutarlo, trovandolo in "buono stato". Lo studente ha ringraziato più volte i diplomatici presenti per il sostegno che viene dall'Ue e dai loro Paesi.