Si è tenuta, ma bisognerà attendere martedì per conoscerne l'esito, l'udienza sulla custodia cautelare di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna da oltre un anno in carcere in Egitto con l'accusa di propaganda sovversiva. Lo ha riferito all'ANSA la sua legale, Hoda Nasrallah, precisando che Patrick era presente in aula e che il rinvio della notifica a dopodomani è dovuto a questione burocratiche.
L'udienza era attesa per metà marzo, dopo che il primo febbraio scorso erano stati inflitti al giovane altri 45 giorni di custodia cautelare, ma come annunciato venerdì è stata fissata per oggi.
L'udienza si è tenuta ancora una volta presso il 'Maahad umana'a al shorta', ha segnalato la legale riferendosi all'Istituto per assistenti di polizia annesso al complesso carcerario di Tora, all'estrema periferia meridionale del Cairo, dove il 29enne è rinchiuso nella prigione detta "Indagini".
Il suo caso viene seguito da vicino dall'Ambasciata d'Italia al Cairo nell'ambito di un meccanismo di monitoraggio Ue. Patrick era stato arrestato in circostanze controverse il 7 febbraio dell'anno scorso subendo torture, secondo i suoi avvocati.
Ecco di seguito la pagina del certificato medico che i legali di Patrick Zaki avevano annunciato avrebbero presentato all'udienza odierna e di cui l'ANSA ha ottenuto un'immagine. Vi si dichiara che il padre di Patrick è ricoverato in ospedale da domenica scorsa 21 febbraio e "soffre di ipertensione, diabete e oscillazioni della pressione arteriosa". Si sospettava anche una "trombosi venosa profonda" ai piedi ma esami (tra cui un ecocolor "doppler") non l'hanno rilevata. L'uomo viene "trattato con antibiositici" e, fra l'altro, "diuretici".
Amnesty International ha avvertito che il giovane rischia fino a 25 anni di carcere. La custodia cautelare in Egitto può durare due anni ma prolungarsi ulteriormente quando emergono altre accuse.
Dopo una prima fase di cinque mesi di rinnovi quindicinali ritardati dall'emergenza Covid, ora il caso di Patrick è in quella dei prolungamenti di 45 giorni.
Le accuse a suo carico sono basate su dieci post di un account Facebook che i suoi legali considerano fake ma che hanno configurato fra l'altro la "diffusione di notizie false, l'incitamento alla protesta e l'istigazione alla violenza e ai crimini terroristici".
Zaki stava compiendo studi all'Alma Mater bolognese in un Master biennale in studi di genere (Gemma) ma era stato arrestato al ritorno in Egitto per vacanze.