Un nuovo sopralluogo dei carabinieri è stato fatto nell'area verde al Parco Nord di Bologna dove, il 23 marzo, erano stati trovati resti umani e un giubbotto con dentro la patente di Biagio Carabellò, operaio 46enne scomparso dal novembre 2015. Insieme ai militari del nucleo investigativo e della sezione investigazioni scientifiche, al sopralluogo ha partecipato anche l'equipe della anatomopatologa Cristina Cattaneo, recentemente incaricata dalla Procura di Bologna di collaborare agli accertamenti, per analizzare i resti e cercare di risalire alle cause della morte. All'esito sono state trovate altre ossa e un cellulare, risultato essere proprio quello di Biagio.
Il ritrovamento di marzo aveva fatto riaprire l'inchiesta sulla scomparsa dell'uomo, che era stata archiviata alla fine del 2018. Cattaneo, docente di Medicina Legale e Antropologia all'Università Statale di Milano e responsabile del laboratorio Labanof, ha già seguito come consulente tecnico importanti casi di cronaca, da Yara Gambirasio a David Rossi, da Stefano Cucchi a Imane Fadil. Nel corso del sopralluogo, spiegano gli investigatori, verrà drenato il canale e ispezionata nuovamente l'intera area verde, alla ricerca di eventuali altri resti o oggetti che potrebbero appartenere alla vittima. Gli inquirenti sono ancora in attesa della conferma ufficiale che le ossa umane trovate a marzo appartengano effettivamente a Carabellò, conferma che potrà arrivare dall'esito dell'esame del Dna da parte dei Ris di Parma.