Le imprese sconfitte al Tar contro il Comune di San Lazzaro di Savena (Bologna) sui risarcimenti chiesti per la cosiddetta 'Colata di Idice', insediamento edilizio bocciato tra molte polemiche nel 2015, hanno depositato ricorso al Consiglio di Stato. A darne notizia è la sindaca Isabella Conti, da qualche giorno candidata alle primarie di centrosinistra a Bologna.
All'epoca nel Pd e poi, anche in seguito a questa vicenda, passata a Italia Viva, Conti denunciò le pressioni subite per la decisione amministrativa e venne aperta un'inchiesta che coinvolse altri esponenti del suo partito, dirigenti di coop e rappresentanti delle imprese costruttrici. Alla fine venne archiviata, ma dalle indagini era emersa, scrisse la Procura, "una condotta pressoria, a volte qualificata da toni, espressioni e insistenze dimostrativi di una subalternità agli interessi economici e da una concezione della politica in cui l'interesse pubblico può essere anche subordinato a quelli privati configgenti", ma non "una condotta realmente intimidatoria e tale da meritare la sanzione penale".
Le imprese si rivolsero al Tar chiedendo i danni, ma il tribunale, tra la fine del 2020 e febbraio 2021, ha riconosciuto che quella dell'Amministrazione fu una decisione corretta sia sotto il profilo giuridico che per l'interesse pubblico. A febbraio ha respinto i ricorsi di Astrale, Coop Costruzioni, Palazzi, Consorzio Cave e Cesi (poi finita in liquidazione), che lamentavano in tutto danni per oltre 20 milioni dalla mancata realizzazione dell'insediamento urbanistico. Prima di Natale il tribunale aveva rigettato anche i ricorsi di altre due aziende, Dipierri e Laterizi Brunori.
"Nonostante la vittoria al Tar, i costruttori e le cooperative hanno depositato ricorso al Consiglio di Stato, insistendo per cementificare a Idice", scrive adesso Conti, che aggiunge: "Non ho mai fatto quello che conveniva, ma quello che sentivo giusto. Ritrovarmi coerente, fedele a me stessa e ai miei valori, non ha prezzo".
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