Ascoltare i due Concerti per pianoforte e orchestra di Dmitri Shostakovich eseguiti nel giro di poche ore dalle due pianiste più importanti dell'attuale scena internazionale, Martha Argerich e Yuja Wang, è un'emozione che solo l'Emilia-Romagna può offrire col suo fitto circuito teatrale e festivaliero che corre lungo tutta la via Emilia con le diramazioni di Ferrara e Ravenna.
Succede così che sabato 18 settembre Yuja Wang, la 34enne star cinese che ha bruciato tutte le tappe, abbia eseguito per il Bologna Festival il Secondo Concerto del compositore di San Pietroburgo assieme alla sempre straordinaria Mahler Chamber Orchestra, fungendo anche da concertatrice, e che lunedì 20 Martha Argerich, che di anni ne ha appena compiuti 80, portati splendidamente, con la sua sempre affascinante e folta capigliatura, suoni invece per Ferrara Musica il Primo dei Concerti di Shostakovich, in un confronto, non voluto, ma che gli incastri delle programmazioni hanno regalato ai due pubblici entusiasti.
E sempre per la casualità nelle impaginazioni delle locandine, succede che l'artista più matura abbia suonato il brano giovanile che il compositore scrisse nel 1933 a 27 anni, un Concerto con un organico insolito, solo archi e una tromba coprotagonista (quella del bravissimo Sergei Nakariakov), fresco nelle idee musicali e ricco di citazioni, da Haydn alle canzoni popolari fino alla danza, magistralmente eseguito dall'artista argentina che poi ha concesso anche due bis assieme alla Manchester Camerata diretta da Gabor Takacs-Nagy. Viceversa il brano della maturità di Shostakovich, il Concerto N. 2 scritto nel 1957 per il figlio Maksim diplomando al Conservatorio, è finito nelle mani della funambolica Yuja Wang, che lo ha eseguito in maniera travolgente.
Due interpretazioni indimenticabili, con la Wang vera e propria macchina da guerra grazie alla sua tecnica strabiliante (nel pomeriggio ha tenuto un altro concerto nello stesso posto) che però alla fine passa senza lasciare particolari emozioni; Martha Argerich, invece, nonostante sessant'anni e passa di carriera, è ancora capace di emozionare e di emozionarsi divertendosi, basti pensare ai sorrisi con Nakariakov, quasi in un gioco di scambi reciproci, e all'intesa col direttore suo partner in molte avventure sonore, e soprattutto alla voglia ancora grandissima di fare musica insieme, si tratti di orchestra o di organico cameristico.
L'Emilia-Romagna sempre più terra di musica se si pensa che nei giorni scorsi si sono esibiti anche Riccardo Muti e la sua Cherubini, l'Orchestra Mozart col nuovo direttore Daniele Gatti, due violinisti come Renaud Capucon e Laura Marzadori, senza dimenticare la European Union Youth Orchestra e la prima assoluta dell'opera di Luigi Sammarchi, "In alloro mutò il suo pianto".
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