Col pubblico sistemato nei soli
palchi, un po' per esigenze di messa in scena e un po' nel
rispetto delle regole anti-Covid (lo spettacolo è stato pensato
in attesa che la capienza dei teatri venisse ampliata), Ravenna
Festival ha presentato al Teatro Alighieri, con un buon
successo, il secondo capitolo, "Faust-Rapsodia", della sua
Trilogia d'autunno, quest'anno distribuita tra i linguaggi della
danza, della musica e della parola, omaggio a Dante nel 700/o
della morte.
Una rapsodia sul celebre personaggio che vende la sua anima
al diavolo basata sulle incompiute Scene dal Faust musicate da
Robert Schumann tra il 1844 e il 1853 e sul testo ispiratore di
Goethe in un intreccio di opera e prosa rappresentato, in
omaggio a Dante "padre della lingua italiana", non
nell'originale lingua tedesca, ma nelle traduzioni ritmiche in
lingua italiana di Vittorio Radicati e di Andrea Maffei.
Opportunamente riadattate dal regista e drammaturgo Luca
Micheletti e dal direttore musicale Antonio Greco, autori di uno
spettacolo che ha coinvolto, tra strumentisti e coro (i
bravissimi ragazzi della Cherubini), cantanti e attori, un
centinaio di persone, cosa abbastanza inusuale in questi tempi
dominati dalle regole del distanziamento sociale.
Uno spettacolo dunque ricchissimo dal punto di vista visivo
in cui i personaggi, sparsi tra palcoscenico, buca e platea,
appaiono "doppiati" con Faust che è cantato dal baritono Vito
Priante e recitato dall'attore Edoardo Siravo, mentre il basso
Riccardo Zanellato e l'attore Roberto Latini hanno dato vita a
Mefistofele. Solo Margherita, creatura umana e umile, ha avuto
nel soprano Elisa Balbo l'unica voce e volto.
A precedere la Faust-Rapsodia, la Basilica di San Francesco,
alle spalle della tomba dantesca, ha ospitato la breve azione
scenica sulle figure femminili della Commedia, "Quanto in
femmina foco d'amor", scritta da Francesca Masi su un'idea di
Cristina Mazzavillani. Un gruppo di donne si ritrova nell'altro
mondo: sono le voci femminili con cui Dante dialoga durante le
tre cantiche della Commedia.
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