I sette siti delle aree carsiche e gessose dell'Appennino emiliano-romagnolo sono stati proposti per la candidatura a Patrimonio mondiale dell'Umanità Unesco. La giunta regionale dell'Emilia-Romagna ha approvato la proposta di candidatura del 'Carsismo nelle Evaporiti e grotte dell'Appennino settentrionale' alla World Heritage List. La proposta e il relativo dossier saranno inviate al ministero della Transizione ecologica che dovrà condividerlo e trasmetterlo all'Unesco.
I sette siti interessati si trovano nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna: sono Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale.
Il progetto, che vede la Regione capofila, coinvolge numerosi enti locali e diversi Enti Parco: il primo proponente è stata la Federazione Speleologica dell'Emilia-Romagna, nel 2016. "La proposta di candidatura a Patrimonio mondiale Unesco è un'ulteriore testimonianza del valore del nostro 'sistema naturale' che racchiude diversi siti, in diverse parti della regione, con grotte, sorgenti saline e fenomeni carsici gessosi unici al mondo - spiega Barbara Lori, assessora regionale a montagna, parchi, forestazione e programmazione territoriale e paesaggistica - Un vero e proprio patrimonio di natura geologica, traccia straordinaria dell'evoluzione della Terra e opportunità di rilancio anche sotto il profilo turistico e della tutela ambientale e del paesaggio".
L'area, dell'estensione di 3.680 ettari (che diventano 8.348 considerando anche le fasce 'tampone'), è tutelata da leggi regionali, nazionali e internazionali. E il 96% del territorio 'cuore' della proposta rientra nella Rete europea Natura 2000 e il 71% è incluso in cinque aree protette: il Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano, il Parco Regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa, il Parco Regionale Vena del Gesso romagnola, il Paesaggio protetto Collina Reggiana e la Riserva Regionale di Onferno istituita nel 1991.
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