Per la prima volta la Fondazione
Mast di Bologna presenta una selezione di oltre 500 opere tra
fotografie, album e video di duecento grandi fotografi italiani
e internazionali e artisti anonimi, provenienti dalla propria
collezione di fotografia dell'industria e del lavoro: un
"alfabeto visivo dell'industria, del lavoro e della tecnologia"
che racconta il processo di industrializzazione della società e
celebra il lavoro come strumento di dignità e progresso
sottolineandone il valore sociale.
La mostra, in programma dal 10 febbraio al 22 maggio, per la
sua complessità è stata strutturata in 53 capitoli dedicati ad
altrettanti concetti illustrati dalle opere rappresentate.
L'intero argomento richiede un elenco di termini non sempre
esaustivi, vista la portata di professioni, tematiche, funzioni,
valori ripresi dal mondo del lavoro. La forma espositiva è
quella di un alfabeto che si snoda sulle pareti dei tre spazi
espositivi e che permette di mettere in rilievo un sistema
concettuale che dalla A di "Abandoned" arriva fino a W di
"Waste", "Water" e "Wealth".
Nei primi anni 2000 la Fondazione Mast ha creato il suo
spazio dedicato alla fotografia dell'industria e del lavoro con
l'acquisizione di immagini da case d'asta, privati, gallerie
d'arte, fotografi e artisti. Il patrimonio della Fondazione, che
già conteneva un fondo che raccoglieva filmati, negativi su
vetro e su pellicola, fotografie, album, cataloghi che negli
stabilimenti del gruppo Coesia venivano prodotti fin dai primi
del Novecento, si è così arricchito ed è andato oltre ai
parametri di materiale promozionale e documentaristico delle
imprese del Gruppo industriale. Attualmente la collezione conta
più di 6.000 immagini e video di celebri artisti e maestri
dell'obiettivo, oltre ad una vasta selezione di album
fotografici con migliaia di immagini, che come avveniva
solitamente nell'area industriale, sono prodotte da autori
sconosciuti o dagli stessi tecnici dell'impresa che operavano
per hobby, ma non per questo meno rappresentative del mondo del
lavoro.
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