Anno speciale il 2022 per
Confindustria Emilia-Romagna. L'associazione, nata nel 1972
festeggia infatti l'anniversario numero 50. In occasione del
cinquantennale il presidente, Pietro Ferrari, nel corso di un
incontro con la stampa ha fatto il punto della situazione
economica regionale e presentato alcuni numeri di confronto tra
l'Emilia-Romagna di oggi e quella del 1972.
"Nel 2022 − ha osservato - ricorrono i 50 anni dalla
fondazione di Confindustria Emilia-Romagna, costituita a Bologna
il 23 febbraio 1972. Come due anni fa con il Progetto
Traiettoria 2030, abbiamo deciso di guardare indietro per
comprendere come sia cambiata la nostra regione e in quale
direzione stia andando. I grandi trend dello sviluppo e del
cambiamento vengono da lontano e dobbiamo esserne consapevoli
quando progettiamo il futuro. Tanto più - ha sottolineato - in
un momento in cui siamo chiamati a costruire le grandi
transizioni verso il domani: quella digitale, della mobilità,
della sostenibilità e dell'energia".
Nel corso del mezzo secolo di vita della Confindustria
regionale "la popolazione è passata da 3,8 milioni a 4,4
milioni, la popolazione straniera dallo 0,4 al 13% dei
residenti, il tasso di attività dal 64% al 73%. Il Pil pro
capite da 16 mila euro a 34 mila euro, anche se con un trend in
diminuzione dal 2008, come a livello nazionale. Se nel 1972 la
percentuale di emiliano-romagnoli senza alcun titolo di studio o
con la sola licenza elementare era il 74%, oggi è il 20%.
Diplomati e laureati - viene evidenziato - rappresentavano
complessivamente l'8,6% della popolazione negli anni 70, oggi
sono il 44%". Nel corso dei cinquanta anni "si è passati da 26 a
66 vetture per 100 abitanti e da 1,3 a 3,3 milioni di
autoveicoli in circolazione. Di contro, la rete stradale in
chilometri è aumentata circa del 26%, le autostrade erano 560
chilometri nel 1972 e oggi sono 650 chilometri".
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